La variante al Pit approvata ieri in consiglio Regionale è l’atto urbanistico che crea i presupposti per la nuova pista parallela convergente di Peretola. Un’opera chiesta dalla società che gestisce lo scalo – e sposata dall’allora sindaco di Firenze Renzi e dal governatore Enrico Rossi – per superare i limiti dell’attuale pista, stretta tra l’autostrada e il monte Morello, che porta a frequenti dirottamenti programmati e a non poter superare i due milioni di passeggeri annui. La nuova pista, secondo le indicazioni del Pit, sarà orientata parallelamente all’autostrada e lunga due chilometri, anche se il master plan di Adf prevede l’opzione di 2400 metri.
Sarà ora la stessa società di gestione, nella quale sono entrati con la maggioranza delle azioni gli argentini di Corporation America – che hanno scalato anche l’aeroporto di Pisa – a presentare il progetto della nuova pista a Enac e al Governo. Questi ultimi potranno portare d’imperio la lunghezza a 2,4 chilometri avvicinando così ancora di più il limite del tracciato al Comune di Prato. Il progetto ha destato grandi preoccupazioni in città, avvalorate da uno studio commissionato da Provincia e Comuni della Piana al Cnr sull’impatto ambientale. La pista è infatti monodirezionale e gli aerei decolleranno e atterreranno dalla parte di Prato: diverse zone della città – soprattutto quelle a sud-est – saranno sorvolate a bassa quota dagli aerei, con possibili disagi legati al rumore, all’inquinamento e alla svalutazione degli immobili.
I Ministeri dei trasporti e dell’Ambiente valuteranno il progetto di Adf, che sarà sottoposto alla valutazione di impatto ambientale e sanitario. Il Comune di Prato con l’ex sindaco Cenni ha intentato ricorso al Tar, ravvisando incompatibilità tra la variante al Pit della Regione e il piano strutturale approvato. Le altre incognite, oltre a quelle amministrative e ambientali e alla concorrenza con lo scalo pisano, sono legate al costo dell’opera. Per realizzare la nuova pista si deve spostare di 3,5 chilometri il fosso reale, da cui dipende la regimazione delle acque dell’intera area metropolitana, modificare gli svincoli autostradali di Sesto, porre in atto interventi di mitigazione imponenti. Corporation America stima un investimento di 250 milioni di euro (da molte parti ritenuti insufficienti) e conta di reperire finanziamenti pubblici a coprire il 50% della spesa, soprattutto da fonti ministeriali. Ma anche le norme europee a tutela della concorrenza del mercato, in questo senso, rappresentano un ulteriore ostacolo.
Commenti