È morto questa notte all’età di 97 anni il poeta Siro Vignolini. Originario di Barberino di Mugello, Vignolini si trasferì a Prato negli Cinquanta per lavorare alla filatura Galli e Capponcelli. Ma è con la sua arte poetica che si è fatto conoscere in città. Negli anni ha scritto più di cento sonetti che amava declamare a memoria. Attraverso le sue composizioni ha raccontato la storia di Prato e le sue trasformazioni nell’arco del Novecento, un secolo di cui Vignolini è stato testimone attento.
Tra gli amici di Vignolini ricordiamo alcuni pratesi noti come Renzo Buricchi, storico barista del bar Bacchino, conosciuto come il “Tabaccaio di Prato”, Silvio Gori e i pittori Emanuele Bettini e Salvatore Agresti. Compagni di una vita e narratori di una Prato che fu.
Autodidatta, ha frequentato le scuole fino alla quinta elementare, Siro Vignolini è stato uno di quesi toscani di un tempo che ha imparato la bellezza della poesia ascoltando da bambino gli anziani che declamavano la Divina Commedia durante le serate a veglia dei contadini. La vita di Vignolini naturalmente si è intrecciata con le vicende legate alla seconda guerra mondiale, quando ha combattuto in Africa. Tornato in Italia si è impegnato anche in politica divenendo assessore all’istruzione nel Comune natio di Barberino. Una volta andato in pensione, alla fine degli anni Settanta, Siro si è dedicato alla composizione poetica raccogliendo i suoi scritti in alcune pubblicazioni.
La salma è esposta alle cappelle della Pubblica Assistenza, i funerali saranno celebrati domani, 21 luglio, alle ore 16 nella chiesa di Santa Maria del Soccorso.