4 Luglio 2014

Addio a Giorgio Faletti, il ricordo dell’amico pratese: “Era una persona speciale”


“Ho perso un amico speciale, una delle persone più intelligenti che abbia mai conosciuto”. Alessandro Benvenuti, amico pratese di Giorgio Faletti ricorda così – con la voce rotta dall’emozione – l’artista scomparso oggi all’ospedale di Torino dove era ricoverato per un tumore. Benvenuti conobbe Faletti quasi 40 anni fa in Sardegna, in un villaggio vacanze dove il comico si esibiva. Da lì era nata una sincera amicizia durata nel tempo; quando era a Firenze per lavoro, Faletti era spesso ospite dell’amico pratese. “L’ho conosciuto quando non aveva una lira. Viaggiava con un maggiolone e non aveva i soldi per mettere la benzina. Lavorava al villaggio in Sardegna in cambio di vitto, alloggio e una paga misera per 2-3 spettacoli alla settimana. Stare in sua compagnia era era uno spettacolo: un fiume in piena, sempre la battuta pronta, dalla mattina alla sera”.

Tanti gli aneddoti da ricordare: “Una volta era a Firenze per presentare il libro ‘Io uccido’. Lo chiamai per invitarlo a cena da me e mi disse che non poteva perchè era con una coppia di amici italo-americani conosciuti a New York. Gli dissi di portare anche loro e lui decise di fare un regalo alla sua amica: era venuta in Italia e desiderava vedere un’opera alla Scala di Milano, ma il teatro era chiuso. Tramite il suo manager, Faletti trovò musicisti e tre cantanti lirici e li fece venire in incognito a casa mia. Dopo cena, disse all’amica: ‘andiamo a sentire un po’ di musica nell’altra stanza’. Lei si mise a piangere per l’emozione. Giorgio era una persona molto generosa e non si è mai montato la testa, i suoi più cari amici non appartengono al mondo dello spettacolo e aveva conservato quei rapporti umani come i più preziosi”.
Un altro aneddoto è legato alla passione per i motori di Faletti: “Eravamo andati insieme all’autodromo di Barberino e prima della corsa, lo fermavano tutti – adulti e bambini – per un autografo o per una fotografia. Dopo un’ora in cui non riuscivamo a muovere un passo senza essere fermati, gli dissi ‘Come fai a fare una vita così?’ Mi rispose: ‘Il problema non è quando ti chiedono gli autografi. E’ quando non te li chiede più nessuno”.

Artista poliedrico Giorgio Faletti: è stato cabarettista, attore, cantante, scrittore, compositore di musiche, paroliere, sceneggiatore, persino pittore. “Era versatile perchè era intelligente. Gli piaceva molto scrivere, da sempre. E cantare – ricorda Alessandro Benvenuti -. Ha scritto canzoni bellissime, come ‘Giovane vecchio cuore’ cantata da Gigliola Cinquetti in un Festival di Sanremo. Me l’ha cantata una volta ed è da brividi”.
Da pochi mesi Faletti aveva scoperto di essere malato e aveva trascorso un periodo a Los Angeles in un centro specializzato contro i tumori. “Lo avevo sentito al telefono ed era guarito – dice l’amico pratese – Poi, venti giorni fa, si è sentito di nuovo male: purtroppo il tumore si era ripresentato”.
Sul suo profilo Facebook, proprio ieri Giorgio Faletti aveva scritto: “A volte immaginare la verità è molto peggio che sapere una brutta verità. La certezza può essere dolore. L’incertezza è pura agonia”.

Costretto ad annullare gli spettacoli che aveva in programma in questi mesi, aveva scritto sul suo sito internet: “Cari amici purtroppo a volte l’età, portatrice di acciacchi, è nemica della gioia. Ho dovuto a malincuore rinunciare alla pur breve tournée per motivi di salute legati principalmente alle condizioni precarie della mia schiena, che mi impedisce di sostenere la durata dello spettacolo. Mi piange davvero il cuore perché incontrare degli amici come voi è ogni volta un piccolo prodigio che si ripete e che ogni volta mi inorgoglisce e mi commuove. Un abbraccio di cuore. Giorgio”.

Dario Zona

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