Tira brutta aria a Prato e non solo in senso metaforico. Secondo i dati Arpat nel 2013 i dati di Pm 10 rilevati dalle due stazioni pratesi sono rimasti nella norma (in extremis) in un caso e hanno superato il limite nell’altro. La centralina di via Roma ha registrato per 35 giorni il superamento della media giornaliera di 50 microgrammi per metro cubo, rientrando in extremis nei limiti (il massimo tollerato è proprio di 35 superamenti all’anno). Più difficile la situazione registrata dalla centralina di via Ferrucci, dove il limite di 50 microgrammi è stato superato per 37 giorni, due in più rispetto al limite. Una situazione che va avanti da tempo e che nello scorso dicembre aveva consigliato alla giunta Cenni di prendere provvedimenti. Dal 4 al 22 dicembre 2013, infatti, dati Arpat alla mano, a Prato per 19 giorni consecutivi è stato superato il limite di legge previsto per il Pm 10, le cosiddette polveri sottili. In particolare, tra il 10 e l’11 dicembre, la centralina di via Ferrucci ha evidenziato dati a dir poco allarmanti, con valori di Pm10 tre volte superiori al limite. La nostra città non rientra tra le aree regionali a rischio inquinamento, una situazione che non impone all’amministrazione di prendere provvedimenti urgenti per la riduzione dei livelli di inquinanti. Ma nonostante questo il Comune, a scopo cautelativo, emise un’ordinanza per ridurre le ore di funzionamento degli impianti di riscaldamento, disponendo anche l’abbassamento delle temperature massime.