Dura accusa dell’ex assessore alla sicurezza Aldo Milone al sindaco Matteo Biffoni all’indomani del funerale dei sei operai morti nel rogo del Macrolotto lo scorso primo dicembre. “Leggo sulla stampa locale – scrive in una nota Milone – che il Sindaco Biffoni non intende più costituirsi parte civile nel processo contro i proprietari del capannone e del titolare dell’azienda cinese. Chiedo adesso al Pd e agli altri partiti di sinistra se condividono tale decisione”. Poi l’ex assessore va giù duro e si lascia andare a una dichiarazione davvero forte: “Questa scelta del Biffoni avvalora ancora di più il mio sospetto. Quale accordo sotterraneo ci sarà stato in campagna elettorale tra Biffoni e i proprietari dei capannoni affittati a imprenditori cinesi?”.
Nel suo comunicato Milone ribadisce il lavoro svolto negli ultimi cinque anni dalla Giunta Cenni nella lotta all’illegalità e respinge di nuovo al mittente le accuse di aver avuto la mano dura solo contro gli operai che lavorano nelle aziende cinesi. “In questi ultimi 5 anni spesso ho ricevuto attacchi da tutta la sinistra per quanto riguarda i controlli nei capannoni – dice il consigliere comunale di Prato Libera e Sicura -, il Pd e altri partiti asserivano che si andava a colpire sempre e soprattutto l’anello debole della catena, ovvero i lavoratori o i clandestini, e non i proprietari degli immobili che, secondo la sinistra, percepivano una parte degli affitti al “nero”. Noi , invece, abbiamo sempre usato una mano dura anche nei confronti dei predetti con l’ordinanza sindacale di inagibilità degli immobili che ha arrecato loro un danno notevole soprattutto sotto il profilo economico, pagandone sicuramente un prezzo alle ultime elezioni amministrative”.
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