Gravi preoccupazioni per la tenuta dell’ospedale nel periodo estivo e il rischio del “collasso” dei servizi sanitari a causa delle carenze di organico. E’ quanto denuncia la Funzione pubblica Cisl Prato, che ha inviato una lettera alla Asl e alla Regione per chiedere nuove assunzioni a tempo indeterminato e in subordine, l’attivazione e la proroga dei contratti a tempo determinato.
La lettera, scritta dal segretario Fp Cisl Massimo Cataldo e firmata da 400 lavoratori della Asl (operatori sanitari, tecnici e amministrativi), sottolinea l’aumento dei carichi di lavoro a fronte della storica carenza di personale (i dipendenti del comparto sono circa duemila). E lancia l’allarme per il periodo estivo, durante il quale – per consentire le ferie – saranno chiusi 95 posti letto.
“Se nel vecchio presidio ospedaliero era possibile, nel caso di chiusura posti letto, una rimodulazione che vedesse l’incremento degli stessi nelle stanze di degenza ancora fruibili, nel nuovo ospedale – a causa dell’iper-afflusso di pazienti – ciò non lo sarà più, proprio a causa delle limitazioni strutturali del presidio. Si assisterà pertanto alla forzatura obbligata di reparti chiusi in assenza, ad oggi, di una valida strategia che garantisca ai lavoratori l’istituto contrattuale delle ferie estive”.
Nella lettera si sottolinea come il perseverare dei disagi dopo oltre 8 mesi dalla pinea operatività del Santo Stefano “denotano una scarsa volontà a migliorare gli standard qualitativi dell’assistenza da erogare”.
“Ad oggi – continua la lettera – assistiamo a situazioni in cui il personale, per poter garantire i servizi, è costretto spessissimo ad accollarsi dei rientri nei giorni di riposo e, parallelamente, chi deve organizzare il lavoro si vede costretto a prendere posizioni pesantemente rigide verso i lavoratori che, ormai esausti, diventano sempre meno disponibili alla collaborazione. La stessa indisponibilità si sta evidenziando non solo sulle attività ospiedaliere ma anche sulle attività territoriali, per le quali si ha la sensazione che, in termini di risorse umane, si sia optato per avere maggior profitto con minor spesa, con ripercussioni spesso negative sulla qualità”.
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