La Chiesa di Prato è pronta ad accogliere un nuovo sacerdote. Domenica 29 giugno il seminarista Carlo Geraci sarà ordinato per le mani del vescovo Franco Agostinelli. Quarantasei anni, originario di Narnali, Geraci è entrato a far parte della comunità del Seminario nel 2012 dopo aver fatto una esperienza monastica all’interno della comunità dei Cistercensi all’Abbazia di Fiastra nelle Marche. Per 14 anni il suo nome è stato fra’ Isacco, «poi il Signore ha rinvigorito la mia vocazione e ha cominciato a chiedermi un nuovo impegno, – afferma il futuro sacerdote – ci sono anche delle motivazioni personali e familiari che mi hanno riportato a Prato, anche queste circostanze hanno fatto maturare in me la decisione di iniziare una nuova strada».
La messa di ordinazione è in programma alle 16,30 nella Cattedrale di Santo Stefano e sarà la prima da quando, nel novembre del 2012, mons. Agostinelli ha fatto il suo ingresso nella Diocesi di Prato.
Grande appassionato di calcio, Geraci ha giocato per tutta la giovinezza in squadre della provincia di Prato e Pistoia nel ruolo di difensore. «Non pensavo certo a un futuro da sacerdote», ammette il seminarista. Invece all’età di 30 anni Carlo sente il bisogno di avvicinarsi alla spiritualità, inizia a frequentare il monastero di Vallombrosa e a leggere i libri sul monachesimo, compiendo così un cammino di discernimento. Nel 1997 arriva la decisione: per lui si aprono le porte della comunità Cistercense di Fiastra, dove diverrà monaco con il nome di fra’ Isacco.
Motivazioni personali e familiari riportano Carlo a Prato, intanto cresce in lui il desiderio di diventare sacerdote. Il Seminario di Prato lo accoglie due anni fa, «anche qui si vive una esperienza di comunità – racconta – mi sono sentito accolto e mi sono trovato molto bene grazie al rettore Daniele Scaccini, al direttore spirituale don Helmut Szeliga e a mons. Basilio Petrà. La loro presenza – sottolinea il seminarista – rende la nostra fraternità qualificata».
Nel suo cammino in preparazione al sacerdozio Carlo presta servizio alla parrocchia di San Leonardo in Gamberame, un piccola parrocchia nella Valle del Bisenzio, dove si è messo a disposizione facendo anche il catechista.
Domenica dunque il grande giorno, quello dell’ordinazione. «Per me il sacerdote è colui che porta il Cristo in mezzo alla gente – spiega – questo deve essere alla base, altrimenti si rischia di vivere solo una esperienza antropologica oppure di filantropia». Una frase questa, suggerita da Papa Francesco, che Carlo intende far propria insieme ai consigli del suo padre spirituale mons. Guglielmo Pozzi, rettore della basilica di Santa Caterina de’Ricci: «Mi ha detto di pregare, un prete deve sempre trovare uno spazio riservato al Signore, altrimenti si rischia di farsi fagocitare dalle attività. Per andare a lavorare nella vigna – conclude – è fondamentale avere una relazione con il fattore, altrimenti non si farà un buon raccolto».