Rispetto delle regole, processi di inclusione nella legalità e una fattiva collaborazione del Consolato e del Governo cinese nell’aiutare Prato in un percorso di comunicazione e integrazione con la comunità cinese presente in città. Sono queste le principali richieste che Matteo Biffoni ha avanzato come impegno alla console generale cinese Wang Xinxia, oggi in visita per la prima volta al sindaco. Un colloquio di mezz’ora durante il quale le due istituzioni hanno condiviso le medesime finalità: “Subito dopo l’insediamento del nuovo sindaco ci tengono a portare i miei auguri e a sottolineare l’impegno del Consolato a collaborare con il Comune e tutte le istituzioni pratesi per favorire l’integrazione della comunità cinese – ha detto la console -. Non possiamo negare le problematiche e le difficoltà che riguardano temi come la sicurezza sul lavoro e stiamo lavorando per chiedere alle imprese cinesi di regolarizzarsi, così come riteniamo importante continuare un processo di conoscenza reciproca delle due culture a partire dal mondo della scuola”.
Un impegno che è stato accolto volentieri dal sindaco Biffoni, il quale ha ribadito la necessità di una stretta collaborazione con le autorità cinesi: “Manterremo alto il livello dei controlli sul rispetto delle regole, necessario per evitare drammi come quelli che sono accaduti nei mesi scorsi. Abbiamo bisogno del consolato e dell’aiuto del Governo cinese perché il percorso è spesso complicato: allo stesso tempo non ci limiteremo soltanto ai controlli, perché è nostro interesse aiutare chi considera Prato casa propria e vuole rispettare le nostre leggi”. Alla luce anche degli ultimi fatti di cronaca il sindaco ha chiesto alla console generale anche di lanciare un appello ai cittadini cinesi che vivono a Prato perché perdano l’abitudine di portare con sé ingenti somme in contanti. Infine, è stata ribadita l’importanza della cultura e della scuola come veicoli per incentivare la conoscenza reciproca e creare nuove generazioni di cittadini: “Pensiamo che le seconde e le terze generazioni di origine cinese possano davvero essere il punto di contatto tra la cultura cinese e quella italiana, veicolo di informazione anche presso le proprie famiglie”.
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