Tutela del “Made in Italy”, regolamentazione dei flussi migratori, migliore utilizzo dei fondi europei. Sono questi i tre capisaldi del programma di Marco Scurria, 47 anni, parlamentare europeo uscente e nuovamente candidato per Fratelli D’Italia alle elezioni europee del prossimo 25 maggio. Stamattina Scurria ha fatto tappa in città, per presentare il suo programma e rilanciare la sua candidatura. I primi due punti, in particolare, riguardano chiaramente anche Prato e la difficile convivenza fra imprese locali e distretto parallelo cinese. “Durante il primo mandato abbiamo proposto un regolamento che protegge il made in e in particolare il made in Italy, ma è stato bloccato ed è rimasto in via di approvazione per colpa dei paesi del nord come la Germania, che hanno altre idee – spiega Scurria – A Prato in particolare per questo subiamo ancora l’invasione di prodotti provenienti dai mercati orientali, in particolare cinesi, in una forma di concorrenza sleale vera. Nei prossimi cinque anni dobbiamo ritornare alla carica e speriamo di avere un governo che si accorga di quali sono i bisogni degli italiani e inserisca questo tema fra le priorità”.
Su tema degli immigrati Scurria cita l’esempio di Malta: “Bisogna ridiscutere il trattato di Dublino, che prevede la concessione di asilo politico nel paese in cui arrivano i vari flussi migratori – insiste il candidato al parlamento europeo di Fratelli d’Italia – il governo di Malta, che non riusciva più a sostenere l’ondata di immigrati, ha minacciato Bruxelles di bloccare i lavori del Parlamento UE. Anche noi dovremmo farci un po’ più intraprendenti, ma dipende sempre tutto da quanto stanno a cuore gli italiani al nostro governo nazionale”.
E poi la stilettata al centrosinistra, in particolare al presidente regionale Enrico Rossi, per quanto riguarda la gestione dei fondi europei e le erogazioni ai singoli comuni: ” Si parla di circa 20 miliardi di euro. Soldi che le Regioni dovrebbero essere in grado di amministrare meglio e di distribuirli in base alle esigenze dei vari comuni – conclude Scurria – Spesso però questi contributi vanno perduti per colpa dell’eccessiva burocrazia, o, peggio, per la volontà politica di indirizzarli verso amministrazioni amiche e non, come nel caso di Prato, appartenenti alla fazione opposta. Di questo riparleremo quando vinceremo con il centrodestra per la seconda volta consecutiva”.
In seguito Scurria ha fatto “visita” ad un capannone orientale del Macrolotto e ha affidato a Facebook la propria indignazione. “Dopo Prato anche Firenze – scrive – Abbiamo fatto un blitz nei capannoni dove sono insediate ditte cinesi. Spettacolo raccapricciante! Bambini di pochi mesi allattati vicino ai macchinari, cibi cucinati e consumati a pochi passi da dove si lavora, panni stesi, a dimostrazione che lì ci vivono e dormono, come testimonia la presenza di materassi, sporcizia ovunque, vecchi verbali dei NAS di sequestro annullati dalle ordinanze del sindaco Renzi per il quale era tutto regolare. Penso che il Presidente del Consiglio prima di pensare al Jobs Act dovrebbe rendere conto delle condizioni di lavoro nella sua città. E intanto alle imprese italiane moltiplichiamo controlli, tasse, vincoli, burocrazia. A proposito qualche cinese ci ha anche detto che non avevamo il diritto di fare questa ispezione. Se la situazione non fosse drammatica ci scapperebbe anche da ridere”.
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