“Mi implorava di smettere” e quando mi sono accorto di cosa stava succedendo “ho subito pensato ai miei genitori”. Lo ha detto Riccardo Viti durante l’interrogatorio dal gip per la convalida del fermo: Viti è accusato dell’omicidio di una prostituta, Andrea Cristina Zamfir, la 26enne rumena seviziata e crocifissa ad una sbarra a Ugnano. L’uomo si è detto “molto pentito”. Il suo avvocato, Alessandro Benelli, ha riferito che il suo assistito “darebbe la vita per poterla ridare a quella ragazza”, ma non ha potuto evitare la convalida del fermo e la custodia cautelare in carcere.
Secondo il gip di Firenze Anna Donatella Liguori, l’idraulico fiorentino accusato di omicidio volontario è capace di intendere e volere ed era lucido e consapevole di ciò che stava facendo. Il reato è aggravato dalla violenza sessuale e dal sequestro di persona. Secondo il gip sussiste il pericolo di fuga per la modalità con cui è avvenuto l’omicidio, per il fatto che dal 2000 chiede alle prostitute rapporti sessuali estremi, come lo stesso Viti ha confessato davanti al pm, senza tuttavia ricordare il numero delle violenze. Sono una decina i precedenti di cui esistono denunce, anche se gli investigatori ritengono che in alcuni casi le prostitute non abbiano sporto denuncia.
Proprio in relazione agli episodi arretrati, tutti avvenuti nella zona tra Prato, Ugnano e Calenzano, potrebbe presto arrivare una nuova misura di custodia cautelare in carcere a carico di Riccardo Viti.
Il pm di Firenze, Paolo Canessa, sta infatti riunendo i fascicoli relativi a denunce di prostitute che hanno subito sevizie simili a quelle che Viti ha inferto alla lucciola poi uccisa. In quei casi le sevizie non hanno provocato il decesso: i reati contestati sono violenza sessuale, lesioni e sequestro di persona.
Intanto, la magistratura ha dato il via libera alla salma di Andreea Cristina Zamfir. Domani, a Firenze, sarà allestita la camera ardente alle cappelle del commiato, dove nel pomeriggio si terrà la cerimonia funebre con rito ortodosso, a cui parteciperanno autorità italiane e romene. La salma sarà poi trasferita per la sepoltura in Campania nel paese in provincia di Benevento dove abitano la madre e la sorella della vittima.