29 Maggio 2014

I bambini adottati in Congo sono arrivati in Italia grazie a Prato. I genitori: “E’ finito un inferno”


Dopo mesi di paura, rabbia e polemiche le 24 famiglie italiane che avevano adottato in Congo 31 bambini sono riuscite ieri a portare in Italia i piccoli (Leggi l’articolo del Corriere). La storia che ha avuto un ampio richiamo nazionale, però, ha come perno centrale la nostra città. Dodici delle 24 coppie, infatti, si sono rivolte ad un’associazione pratese per ottenere l’adozione di un bimbo congolese. Si tratta della onlus I Cinque Pani, con sede centrale a Grignano e fondata nel 1991. L’associazione si occupa di adozioni internazionali in Congo, appunto, ma anche in Mali, Colombia, Perù, Brasile e Filippine. La sfortuna ha voluto che le pratiche d’azione, che poi si sono rivelate in regola, fossero bloccate dal governo congolese per successivi approfondimenti. “La nostra è una delle 65 associazioni in Italia che si occupano di adozioni internazionali – spiega il presidente Maurizio Sammartin – La onlus è composta da volontari, per lo più genitori adottivi, proprio come me, e da professionisti come legali o psicologi. Questi mesi sono stati un vero inferno che per fortuna è finito. Le pratiche di tutte le coppie erano in regola, ma sono sorti problemi e dubbi sulle documentazioni presentate da famiglie di altre nazioni. Da qui la decisione del governo congolese di fare delle verifiche, prima poi di sbloccare l’iter”.
I bambini sono sbarcati ieri a Roma accompagnati dal ministro Maria Elena Boschi. Allo scalo militare di Ciampino si è assistito a scene di vera gioia. E anche il premier Renzi ha salutato i piccoli con un tweet: “Benvenuti a casa”. Delle 12 coppie che si sono rivolte per l’adozione alla onlus I Cinque Pani, quattro sono toscane. Nessuna di queste è però pratese. In questi mesi però non è mancata la solidarietà. L’associazione è riuscita a raccogliere 5.646 euro tramite donazioni. Soldi che sono stati utilizzati per fornire alle coppie rimaste in Congo beni di prima necessità, vitto e alloggio. E poi per sostenere la causa dell’istituto Fraternitè Monastique des Soeurs de Saint Cerbone, dove sono stati ospitati i figli adottivi delle famiglie italiane.

Stefano De Biase
Dario Zona