Claudio Morganti precisa quanto segue, dopo le polemiche sul post che ha pubblicato sul proprio profilo Facebook commentando l’omicidio della ragazza cinese a Prato.
«Dispiace che il mio post su Facebook sia stato strumentalizzato da molti esponenti politici. L’intento – spiega – non era assolutamente quello di augurare la violenza ad altre persone, ma far capire che purtroppo questa potrebbe essere una conseguenza a cui si arriverà in futuro se si continuerà con questo lassismo politico. Ho sempre combattuto il femminicidio – prosegue –, basti vedere sul sito dell’Europarlamento i miei interventi in Aula. Molti di coloro che oggi mi attaccano sono gli stessi che vogliono continuare a non imporre un freno all’immigrazione, però, al contempo versano lacrime di coccodrillo se i cittadini cinesi muoiono nei capannoni, pur sapendo di essere i primi responsabili di queste morti”. “A Prato – prosegue – c’è un grosso interesse a non ridurre la presenza asiatica e soprattutto l’illegalità, la quale sta continuando a distruggere il tessuto economico, creando ulteriore disoccupazione. Tutte le mie proposte – sottolinea –, come la tassazione sulle rimesse dirette, la responsabilizzazione dei proprietari dei capannoni, oppure quella di creare una task force specifica e governativa per fare dei controlli tout court nelle aziende cinesi, sono state derise o inascoltate. È palese la complicità di chi non vuole risolvere la situazione e sono sempre gli stessi che oggi si riempiono la bocca di belle parole, ma sono pronti a fare finta di niente quando succedono le tragedie come in via Toscana. Sono gli stessi che offendono, criticano, ma non propongono alcuna soluzione. Ormai, i pratesi in alcune parti della città sono discriminati ed abbandonati a loro destino dalle Istituzioni. Con l’ipocrisia – termina – non si risolvono certo i problemi».
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