Si è concluso con l’appello al voto da parte dei candidati a sindaco l’acceso dibattito organizzato da TvPrato alla Camera di Commercio, e durato quasi un’ora e mezzo con inizio dalle 18.45 di sabato 17 maggio. E’ stato il più multimediale dei confronti organizzati in vista delle elezioni amministrative 2014: Tv Prato ha trasmesso in diretta l’incontro sul canale 74 del digitale terrestre, in streaming sul nostro sito internet, dove è stata pubblicata la diretta testuale degli interventi in tempo reale (leggi di seguito le risposte dei candidati alle domande di Giancarlo Gisonni). Il dibattito è stato inoltre seguito anche su Twitter con hashtag #pratoalvoto.
Intervistati da Giancarlo Gisonni, i candidati a sindaco di Prato si sono confrontati su diversi temi, in un incontro impostato sul modello americano: tempi scanditi per le risposte e una sola replica per ciascun candidato. Sette le sedie sul palco: assenti infatti due dei nove candidati: Mariangela Verdolini del Movimento 5 Stelle – per un impegno inderogabile dell’ultimo momento – e Alessandro Rubino di Prato Viva che ha preferito non partecipare.
ore 20.23 – Appello al voto
La Vigna: Siamo l’unica realtà credibile di destra che c’è in città. Il vecchio centrodestra non ha idee e deve solo rispondere alle segreterie di partito. Cenni non sarà in condizione di governare così come il centrosinistra. Non vogliamo che sia Renzi il sindaco di Prato.
Tognocchi: Immaginate di votare Biffoni e Cenni, il giorno dopo non sarà cambiato niente. Così come con tutti gli altri candidati. Il nostro è invece un progetto che dà valore a quello che fanno le persone.
Biffoni: Coalizione compatta, programma di governo serio e ambizioso, ampie relazioni con il governo e capacità di stare sul territorio della città da centro a periferie. Diamo futuro a questa nostra città
Bini: Siamo l’unica alternativa credibile alla vecchia politica che ci ha dato la città che abbiamo. Vogliamo un Prato a dimensione dei pratesi. Dateci fiducia per un vero cambiamento.
Bonini: Veniamo dalla società civile e proponiamo programma fatto di idee e progetti, fatto di concretezza e competenza. La nostra ricetta è fuori i partiti e dentro i pratesi che si danno da fare per i pratesi.
Cenni: Voluto alleanza nella trasparenza. Basta politica da mercato delle vacche. Votate con la testa e con il cuore ma soprattutto andate a votare.
Gallucci: Chiediamo di votare a chi è deluso dalla politica e dalla sinistra tradizionale. Vogliamo futuro diverso per tutti. Non c’è progresso se non è per tutti.
20:13 QUINTA DOMANDA – PRATO FA ANCORA SPERARE I GIOVANI?
Gallucci – Quello della difficoltà dei giovani a sistemarsi e trovare un lavoro non è un problema solo di Prato ma di tutta Italia: bisogna uscire dall’euro. Se non lo facciamo, i nostri giovani se ne vanno. Ma dove vanno?
La Vigna – Si deve trovare il giusto collegamento tra scuola e lavoro. Se non c’è una continuità credibile tra queste due realtà le nostre risorse umane se ne vanno. Il pubblico deve fare la sua parte, anche con l’attivazione di stage, con una economia più sviluppata, e questo è la base. Deve essere fatto un investimento lavorativo per trattenere le risorse umane sul territorio.
Tognocchi – Occorre incentivare le famiglie, non le aziende. Le famiglie devono poter scaricare le spese. Mandare avanti una famiglia è un’impresa.
Biffoni – Prato così come è oggi non fa sperare, e dobbiamo cambiare rotta. L’ente locale deve fare la sua parte, sostenendo le imprese con la fiscalità e vantaggi per chi assume. E dando spazi alle associazioni, dando una immagine diversa della città, basta a una città incapace di dare risposte. Dobbiamo dare l’opportunità di tirocini all’estero e poi riportare i giovani a Prato a spendere le competenze acquisite. Se l’ente locale scommette sui giovani, fermeremo questa emorragia.
Bini – Dare luogo alle privatizzazioni necessarie: noi vorremmo semplificare e sburocratizzare e abbattere i muri. Bisogna creare sviluppo e creare la ricchezza necessaria per sostenere i giovani, i disabili…
Bonini – Un giovane non può essere giovane fino a 40 anni: ridare fiducia alle giovani generazioni vuol dire credere fortemente nello sviluppo economico, nel senso dell’innovazione: nel nostro programma c’è la costituzione di un polo tecnologico, occasione per Prato per creare delle start up e creare nuovi settori di spesa.
Cenni – In Comune abbiamo fatto tirocini con i giovani ragazzi, oltre 100 quelli che hanno partecipato. Ma la situazione è drammatica. Così come lo è per chi, dopo i 50 anni perde il lavoro.
19:55 QUARTA DOMANDA – VECCHIO OSPEDALE, NUOVE IDEE.
Cenni – Meno male c’è ancora il vecchio ospedale: perché con il nuovo ci sono delle carenze. Non si può pensare la sanità solo come servizio, ma anche come sviluppo di un territorio: per esmepio la parte che riguarda le cure oncologiche. La Regione deve ripensare di portare una parte della rete delle malattie oncologiche anche a Prato.
Gallucci – La salute deve essere pubblica gratuita e per tutti. I nuovi ospedali compreso il Santo Stefano vogliono invece privatizzare. Il Vecchio Ospedale deve restare una struttura sanitaria, in accordo con chi lavora nella sanità. Dovremmo chiedere i soldi al Presidente della Repubblica.
La Vigna – Diamo atto al Comune di Prato di aver risparmiato i 41 milioni di euro con la revisione degli accordi precedenti. Prato per anni è sembrato essere il bancomat della Regione Toscana e del Consiag. Noi crediamo che la parte nuova del vecchio ospedale vada abbattuta. La parte vecchia invece deve essere recuperata: noi abbiamo un progetto che preveda reparti sanitari, che saranno utili.
Tognocchi – La Regione fa le pentole e non mette i coperchi: come si vede dal nuovo ospedale. Se il vecchio ospedale lo usiamo in parte come lungo degenti e malati oncologici, il resto lo possiamo usare come campus universitario, visto che non ci sono strutture di questo tipo a Prato.
Biffoni – Per tornare alla questione dell’ospedale, il territorio deve essere strutturato per dare la giusta risposta sanitaria. Dobbiamo utilizzare il vecchio ospedale come un grimaldello per dare una scossa alla città. E inoltre ripensare tutta quell’area, allocando lì una serie di funzioni che siano il nuovo ingresso cittadino con imprese artigiane, attività di diverso tipo, case per gli studenti.
Bini – Il problema della sanità è regionale, e il Comune può prendere impegni solo relativi. Spero che si riesca a sopperire alla carenza di una serie di strutture per quanti escono dal nuovo ospedale, realizzato solo per alta intensità di cura e che mette in difficoltà tutti quelli che non hanno possibilità di autogestirsi. Per tornare al Misericordia e Dolce: abbatteremo l’ala nuova dell’edificio per riqualificare l’area. Dovremo sborsare i soldi, è vero, ma da parte sua la Regione dovrà sottostare ai regolamenti urbanistici della città: e sarà una battaglia.
Bonini – Quella zona del vecchio ospedale ha le dimensioni per diventare un quartiere del centro storico. Il pubblico deve dare incentivi e creare le condizioni, ma poi deve essere il privato a creare il quartiere: strade piazze negozi. Il progetto è semplice ma forte.
19.44 – TERZA DOMANDA: SECONDE GENERAZIONI, PRIME NOVITA’?
Bonini: sull’integrazione noi stiamo lavorando dall’inizio della campagna elettorale, e finora le politiche non sono state efficaci. Nella comunità cinese è in atto una lotta generazionale, tra i vecchio cinese che vuole fare soldi e poi tornare a casa. Le nuove generazioni invece vogliono stare a Prato e integrarsi. E in questa lotta, il Comune di Prato ha il dovere di dare un calcio a questo stallo e far propendere il Comune dalla parte delle nuove generazioni.
Cenni: I numeri dell’immigrazione sono sotto gli occhi di tutti. E però devono essere sottolineati All’anagrafe risultano 194mila abitanti con 34.500 cittadini extracomunitari. Altri 8500 sono emersi dal censimento che sono di altri Comuni ma gravitano sul nostro territorio. E per esempio in tragedie come quelle di via Ciulli, non un cittadino era residente nel Comune di Prato. Tra quetsi, vanno calcolati da 20 a 40mila clandestini sul territorio che porta una città come Siena all’interno di Prato e fa salite la percentuale di immigrati sull’intera popolazione dal 18 al 30% e questo riscontro lo abbiamo su tutte le scuole, dall’asilo alle medie. I diritti è giusto metterli a disposizione, perché una città civile li deve mettere a disposizione, ma i doveri deve essere in grado di farseli rispettare. E qui il discorso dell’illegalità economica è bestiale: oltre 2miliardi di evasione e oltre 500milioni di rimesse verso l’estero tutti gli anni.
Gallucci – Sentir parlare candidati esponenti di partiti o con alleati politici che in questi anni hanno nelle proprie fila persone indagate per corruzione, penso che da lì bisogna mettere in moto un regime di legalità. Il mondo sta diventando multietnico e le politiche di repressione non stanno funzionando. L’unica possibilità che abbiamo – e Prato potrebbe essere un modello per tutto il mondo – è puntare sulla convergenza delle culture, e il discorso economico viene dopo. Dobbiamo assumere mediatori culturali, mettendo le comunità italiane e straniere a conoscersi e a trovare ciò che li accomuna.
La Vigna: Il problema cinese è reale e di dimensioni notevoli. Qualcuno si deve assumere responsabilità politica dell’attuale stato di cose. Siamo per l’integrazione e ci rendiamo conto che la comunità cinese è più lenta verso questo obiettivo. Al contempo dobbiamo salvaguardare i nostri aspetti culturali. Guardiamo alle seconde generazioni e tramite loro coinvolgiamo i loro familiari. Poi dobbaimo insistere nel combattere l’illegalità, ma non con i blitz e con approssimazione. Serve terapia d’insieme coinvolgendo anche organi nazionali e regionali.
Tognocchi: In realtà le relazioni con ministri ci sono e i controlli sono stati fatti. Il testimone che ci lascia Cenni è importante ma sono troppi i controlli perché così si finisce per colpire gli italiani. Dobbiamo dare una ragione per non pagare a nero. Ci devono dare una ragione per vivere in modo trasparente.
Biffoni: Facile leggere e parlare di numeri, difficile dare risposte. E’ ovvio partire su tema della legalità su cui nessuno di noi vuole abbassare la guardia. Chi viola regole deve essere sanzionato. Però su seconde generazioni che decidono di scommettere e vivere a Prato, allora devono avere risposte. A partire da scuola, associazioni sportive e non commettere l’errore che hanno fatto altre città. E cercare di confrontarsi e ascoltare.
Bini: L’integrazione non è un problema di specifica competenza del Comune. Vogliamo garantire le diversità e tradizioni di ogni etnia, noi dobbiamo però dare regole di civile coesistenza. Tolleranza zero per il nero, il distretto parallelo, l’illegalità e per tutti che non rispettano le leggi. Così si garantisce il sostentamento di una città che vuole fare coesistere più etnie.
19.26 SECONDA DOMANDA – Trasporto pubblico: ci si muove?
Riccardo Bini: il traffico è congestionato in virtù di politiche di decenni. Occorre realizzare una rete viaria di area vasta e sollevare Prato dal traffico specifico in città. Noi interreremo il viadotto del Soccorso.
Emiliano Bonini: Far diventare la Lam un mezzo più capillare in città ci sembra importante. Il centro ha bisogno di persone, no all’allargamento ZTL, ma sì a bus navetta elettrici. Sì anche alla tramvia che colleghi Prato a Firenze.
Roberto Cenni: Il nodo del Soccorso è stato portato in fondo seguendo i percorsi normativi. Nell’ultima finanziaria è stato finanziato per 16 milioni, la commissione decise la soluzione del viadotto e dunque questa è l’ultima soluzione scelta. E’ un’opera nazionale e già finanziata. Bisogna che qualcuno si prenda la responsabilità di portarla in fondo. Sono d’accordo con la tramvia: utilizzando i binari dell’Intercity Prato-Firenze, ormai inutilizzato, si avrà una metropolitana di superficie in due anni.
Gisberto Gallucci: Occorrono fondi: bisogna che i trasporti pubblici restino pubblici e non privati. I soldi vanno rimessi nella mobilità pubblica. Dobbiamo rimettere e potenziare i treni da Firenze a Prato e potenziare i collegamenti dalle periferie al centro.
Carlo La Vigna: I mezzi pubblici vanno resi veloci e più snelli, in modo che anche con abbonamenti i cittadini possano usarli volentieri invece che usare l’auto. Sul viadotto: noi siamo intervenuti perché non abbiamo apprezzato come è stato portato avanti il progetto: riteniamo che il sottopasso sia praticabile, e dunque in questa ultima fase abbiamo voluto chiedere uno stand-by per vedere se era possibile avere il sottopasso.
Mario Tognocchi: Per il Soccorso: ho fatto parte della equipe di interramento del parcheggio del Serraglio, e dunque per noi si va avanti con la soluzione Cenni ma con la variante. Facciamo la tramvia Prato Firenze: Renzi ha firmato l’accordo per estendere la tramvia con Campi Bisenzio: ma Campi Bisenzio è più popolosa di Prato o è soltanto una questione di interessi?
Matteo Biffoni: Il progetto di trasporto pubblico di Prato era molto avanzato e molte città ci imitavano: in questi ultimi anni invece si è arrestato. Per quanto riguarda l’utilizzo del ferro, certo, per andare verso sud, e anche verso Peretola. Piste ciclabili: siano un vero e proprio percorso di collegamento per tutta la città, prendendo spunto dalle città del Nord Europa.
19.15 PRIMA DOMANDA – Emergenza sociale: Sos casa: quali interventi pensate di mettere in atto sul fronte dell’emergenza alloggiativa e del sostegno sociale?
Matteo Biffoni: La prima forma di sostegno è ridare uno stipendio. Poi c’è un problema alloggiativo storico che questa città ha sempre avuto: dobbiamo chiedere sostegno alla Regione per l’housing sociale, e poi un accordo con gli strumenti del credito, in accordo con le banche del territorio per accedere ai prestiti.
Riccardo Bini: Abbiamo una risposta nuova: Prato ha pochissimi alloggi da destinare alle persone meno abbienti. I tempi si perdono e si allungano in attesa di finanziamenti dalla Regione. Ma per fare cosa? Abbiamo in mente un progetto in cui sarà il Comune a intervenire direttamente accumulando fondi per acquisire fondi che ci sono già, in tempi brevissimi.
Emiliano Bonini: Prato è la prima in Italia per numero degli sfratti. Il nostro intento è presentare un piano casa che si occupi della questione. Non vogliamo costruire nuove case, ma utilizzare tutto quello che è invenduto e sfitto e utilizzando anche l’edilizia industriale che deve essere riconvertita.
Roberto Cenni: All’inizio del 2009 avevamo 1400 case disponibili per edilizia popolare contro Pistoia che ne ha circa 4000. Abbiamo fatto un grosso sforzo e in questi cinque anni abbiamo creato altri 300 appartamenti. Imperdonabile l’attività delle amministrazioni precedenti su questo fronte. Bisogna richiedere interventi. E per la riqualificazione delle aree esistenti dobbiamo cambiare le regole esistenti.
Gisberto Gallucci – Non esiste un censimento delle case sfitte, e invece occorre farlo. Leveremo le tasse a chi affitta a equo canone. Chi vuole affittare avrà accesso a una banca comunale senza interessi.
Carlo La Vigna – Chi ha delle emergenze abitative deve avere interventi subito. La strada perseguibile è quella di cercare case sfitte, ma noi siamo per il libero mercato. I proprietari delle case devono essere incentivati da una attività premiale che deve fare il Comune, non deve essere intaccata la rendita dei proprietari.
Mario Tognocchi – Mi sono trovato d’accordo su molte presentazioni, sopratutto con Biffoni: è molto buono che lui stia in Parlamento e che io diventi sindaco. La logica di Scaricaretuttotutti e tassare le persone sul netto vuol dire dare i soldi in mano alle persone.
Guarda il video con il riassunto del dibattito.
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