Fu bocciato esattamente 40 anni fa l’aeroporto di “Firenze San Giorgio a Colonica”, che avrebbe dovuto nascere nella frazione pratese per diventare il più importante scalo toscano, destinato a superare per bacini di utenza sia Peretola, che Pisa.
A ricordare l’anniversario è la rivista “Aeroporto”, notiziario dell’Associazione Valentino Giannotti per lo sviluppo dell’aeroporto di Peretola, che da sempre si batte per il potenziamento dello scalo fiorentino. La rivista definisce un “misfatto”, un “errore epocale” la mancata realizzazione dell’aeroporto a San Giorgio a Colonica e pubblica il telegramma, inviato ai primi di maggio del 1974 dal ministro dei Trasporti Luigi Preiti al presidente della Regione Toscana Lelio Lagorio, con cui il Governo prese atto della decisione di rifiutare la costruzione del nuovo aeroporto a san Giorgio a Colonica, sancita con voto regionale il 9 aprile 1974, e della richiesta di dirottare gli otto miliardi di lire già stanziati al raccordo ferroviario tra stazione e aerostazione di Pisa (il binario ora in smantellamento).
Nel ricordare i nuovi assetti societari di Sat e Adf con l’ingresso degli argentini di Corporation America, l’Associazione Giannotti auspica la definitiva approvazione della variante al Pit da parte della Regione che prevede la nuova pista parallela con sorvoli verso Prato. E fa anche di più: definisce bizzarra l’alleanza tra istituzioni e comitati di Prato e di Pisa contrari all’ampliamento di Peretola. E infine invita polemicamente i pratesi a recarsi all’aeroporto di Pisa per rendersi conto della situazione.
Di seguito la citazione esatta dalla rivista “Aeroporto”: “Ci sarebbe una cosa che sentiamo di suggerire: alla prossima occasione, dopo essere sfilati in corteo davanti al “Vespucci” o in qualche luogo della piana fiorentina, sarebbe utile proseguire il corteo congiunto fino all’aeroporto di Pisa. Qui i rappresentanti locali della contestazione potrebbero guidare gli amici pratesi in un tour attorno allo scalo pisano: nei quartieri cittadini sorvolati in continuo dai decolli e spesso dagli atterraggi, con l’area abitata che inizia a meno di 200 metri dallo scalo; tra le case a ridosso delle piste, che stanno per essere spostate con i relativi residenti; nel parco sorvolato ad da sempre dalle principali procedure di volo e da ogni tipo di aereo, civile e militare. Quindi, tornati a Prato e dintorni, comitati, rappresentanti istituzionali della piana e candidati a sindaco potrebbero riflettere sui toni e i contenuti delle loro contestazioni contro la nuova pista del Vespucci e lo scalo fiorentino, forse resettando qualche posizione”.
Una posizione destinata a far discutere.
Dario Zona
Commenti