“Un’operazione di assoluto rilievo che va a colpire i meccanismi più articolati dell’illegalità. Si deve andare avanti su questa strada. La Provincia è grata alla Procura, agli uomini della Guardia di Finanza e al colonnello Gino Reolon per l’impegno assolutamente qualificato nell’affrontare e debellare il sistema di illegalità che sta dietro l’importazione dei tessuti dalla Cina. Già a febbraio del resto la Guardia di Finanza aveva compiuto sequestri per 13 milioni di euro, sempre per lo stesso motivo”. Così il presidente della Provincia, Lamberto Gestri, commenta la maxi operazione anticontrabbando che ha portato a 5 arresti e a sequestri per 20 milioni di euro. “Anche questo è un segnale che l’impegno delle istituzioni, a tutti livelli, fondato sul Patto per Prato sicura dà risultati e deve essere rafforzato, anche rilanciando il tavolo nazionale dove siedono i rappresentanti dei diversi ministeri. Credo che il Governo si attiverà presto in questa direzione”, conclude Gestri.
Anche l’assessore alla sicurezza del Comune di Prato, Aldo Milone, si complimenta con la Guardia di Finanza “per la maxioperazione contro il contrabbando effettuata stamattina. Questa è l’ulteriore conferma che in quasta città esiste e si è radicato da anni un sistema diffuso di illegalità che non trova riscontri in altre città soprattutto per le sue dimensioni – afferma Milone -. In questi ultimi 5 anni, nonostante organici ancora insufficienti, si stanno assestando colpi durissimi a questo sistema”. Milone auspica che la lotta all’illegalità condotta su due binari – da una parte i controlli nei capannoni e dall’altra la lotta al contrabbando e all’importanzione di merci con conseguenza evasione fiscale – venga portata avanti anche nei prossimi anni. “Gli imprenditori cinesi arrestati rappresentano la cupola del sistema e quelli che, forse, cercavano agganci o accreditarsi nei confronti delle Istituzioni. Nonostante le trovate “pazzoide” del Governatore Rossi di voler trasformare Prato in una Lampedusa, tutte le Forze di Poliza, compresa la Municipale, ed altri Enti coinvolti, continuano questa battaglia faticosissima che non può essere intralciata da nessuno. Questo è l’unico modo per ripristinare la legalità e dare dignità alla nostra città” conclude Milone.
«Un lavoro di indagine che ha portato a risultati importanti, a dimostrazione che per colpire l’illegalità si deve andare oltre i blitz», commenta Matteo Biffoni, candidato sindaco del centrosinistra, a proposito dell’inchiesta condotta dal sostituto procuratore Eligio Paolini e conclusasi con cinque arresti da parte della Guardia di Finanza. «Prima da parlamentare e poi da candidato sindaco ho sempre insistito sulla necessità di sostenere il prezioso lavoro della procura e delle forze dell’ordine, chiedendo al Governo un’attenzione concreta nei confronti di Prato e un impegno in termini di risorse. Anche l’incontro con il presidente Napolitano dello scorso 14 marzo andava in questa direzione». Una politica, quella proposta da Biffoni, che va oltre i controlli e che si distingue da quella portata avanti dall’attuale assessore alla sicurezza Aldo Milone: «Quando Milone critica la mia posizione sui controlli è perché confonde i blitz con le operazioni della procura, la legalità con la sicurezza: come ho sempre detto i controlli vanno bene e i blitz della municipale che Milone ha condotto in questi anni non saranno certo interrotti, ma andranno gestiti in maniera più efficace. Da soli infatti non sono la strada giusta e questa inchiesta lo dimostra: non è entrando in un capannone con le telecamere e mettendo i sigilli che si portano alla luce reati di questo livello che coinvolgono cittadini di diverse nazionalità e più città. Operazioni come quella di oggi vengono portate a termine solo dopo mesi di approfondite indagini».
Commenti