Le cinque mostre per Prato di Sgarbi, che fa pace con il sindaco: “Litigare con lui è stato bello”


Un “piano istantaneo” per Prato in cinque progetti, con mostre, percorsi e attività da realizzare già nei prossimi mesi. Vittorio Sgarbi ha illustrato stamani le sue idee per promuovere le bellezze artistiche della città, a seguito dell’incarico da 70 mila euro per un anno conferitogli dalla giunta Cenni. I cinque eventi targati Vittorio Sgarbi saranno: la mostra “Paolo Uccello a Prato” con pochi quadri del pittore – due o tre – da collocare vicino ai suoi affreschi in Duomo; un percorso tra i tesori segreti dei monasteri pratesi; una  mostra su D’Annunzio a Prato, incentrata sugli amori segreti del poeta; un’altra sugli artisti contemporanei a Palazzo Pretorio e infine un’esposizione – forse a Palazzo Datini – su 20 capolavori del Novecento con opere di Umberto Boccioni, Giacomo Balla, Gino Severini, Giorgio De Chierico, Lorenzo Viani, Ottone Rosai, Mario Sironi, Filippo De Pisis, Giorgio Morandi e Ardengo Soffici. Eventi che saranno realizzati con parte dei 300 mila euro stanziati nel 2013 per Prato Contemporanea e con un budget di altri 300 mila euro, che il Comune ha inserito nel bilancio preventivo 2014, oltre a possibili finanziamenti da Fondazione Cassa di Risparmio di Prato e Regione Toscana. “Prato ha il dovere di osare e di far conoscere i propri tesori troppo a lungo tenuti nascosti – ha affermato il sindaco Roberto Cenni -. L’hardware ce l’abbiamo già; il software lo chiediamo a Vittorio Sgarbi, il quale avrà il compito di portare nuovi visitatori nella nostra città e di attrarre i turisti da Firenze, che attualmente non riusciamo a raggiungere. Era necessario programmare questi eventi fin da adesso, come la Pallagrossa e il Festival del Pane, perchè l’amministrazione comunale deve andare avanti e non può fermarsi un anno a cavallo delle elezioni”.

Nell’ennesima conferenza stampa-show – questa volta seduto accanto al primo cittadino – Vittorio Sgarbi, bocciato da direttore del Pecci, non ha risparmiato comunque battute al vetriolo nei confronti della giunta Cenni e del nuovo numero uno del Centro per l’arte contemporanea pratese Fabio Cavallucci. “Litigare con il sindaco era bello. Purtroppo ci siamo riappacificati” – ha punzecchiato Sgarbi, che nelle scorse settimane, dopo l’esclusione dalla rosa dei papabili direttori del Pecci, era arrivato ad augurare a Cenni di annegare in un fosso. “Adesso  c’è il lieto fine ed è da attribuire al senso di colpa di Cenni che mi amava e mi voleva e che così ha posto rimedio al fanatismo delle regole del concorso. L’assessore alla cultura Anna Beltrame, invece, turbata dal mio temperamento, teme la mia propensione all’eccesso e punta a mitigare questa mia inclinazione attraverso l’uso parsimonioso di Umberto Cecchi, come una coperta di lana: l’atto sessuale può essere compiuto ma non può essere visto”. Ancora: “Se il vicesindaco Borchi fosse stato sindaco, oggi sarei direttore del Pecci. Il vostro sindaco è troppo a sinistra”. Salvo poi tributargli un riconoscimento: “Avere acquistato il crocifisso del Lippi è stata la cosa più meritoria che può fare un sindaco e la riapertura di Palazzo Pretorio è l’opera più importante realizzata negli ultimi 30 anni a Prato”.

Sgarbi ha annunciato che domani a Milano sarà nominato Commissario dell’Expo 2015 per le arti: “Pare che Cavallucci diverrà commissario all’Expo di Brindisi e qui a Prato – ha ironizzato il critico d’arte – c’è chi pensa ‘Meglio Cavallucci che un cavallo pazzo’”. Stroncato senza mezzi termini anche l’evento inaugurale del nuovo Pecci, che riaprirà in estate con una mostra sulla collezione permanente del Museo. Una scelta sbagliata e priva di appeal, secondo Sgarbi, che per promuovere i suoi cinque progetti conta di approntare una campagna di comunicazione nazionale e di parlare di Prato in una trasmissione tv in via di realizzazione.

Dario Zona

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