Pubblichiamo una nota della Diocesi di Prato a proposito delle prossime elezioni, europee e amministrative, in programma domenica 25 maggio
Domenica 25 maggio i pratesi eleggeranno i sindaci, i consiglieri comunali e, nelle urne per le «europee», i rappresentanti al Parlamento di Strasburgo. Si tratta, come ogni qualvolta i cittadini sono chiamati al voto, di esercitare un fondamentale diritto ma anche di svolgere un dovere civico e morale. Partecipare alle elezioni costituisce anche un’occasione, di per sé irripetibile, di dare il proprio contributo alla costruzione di una società migliore sconfiggendo la pericolosa tentazione al disimpegno che finisce per delegare a chi porta avanti interessi propri, perlopiù non coincidenti con quelli generali, le decisioni sul nostro futuro.
Papa Francesco, nella sua Esortazione Apostolica Evangelii Gaudium, ci ricorda che «Una fede autentica – che non è mai comoda e individualista – implica sempre un profondo desiderio di cambiare il mondo, di trasmettere valori, di lasciare qualcosa di migliore dopo il nostro passaggio sulla terra».
La Chiesa di Prato, sulla scia di una lunga e viva tradizione, si pone in dialogo con tutti e vuole essere, grazie in particolare all’impegno quotidiano di tanti laici, fonte e sede di confronto, elaborazione di idee, di riflessione. Il Vescovo e i preti hanno il compito di aiutare e illuminare le coscienze, incoraggiare la speranza nonostante tutte le cose negative, favorire il confronto sereno e la pace, sociale e civile, educare i laici, a cominciare dai giovani, a capire il valore di un impegno da cristiani nella vita pubblica, nonché il senso e il limite della politica.
Per questo la Diocesi auspica che la campagna elettorale per le elezioni amministrative e per le europee si svolga in modo sereno in modo tale da costituire un’opportunità di crescita per tutta la comunità.
Dalla Chiesa, ovviamente, non ci si può e non ci si deve aspettare indicazioni di voto né schieramenti partigiani, pur sapendo che ogni persona credente sarà chiamata a scegliere nel rispetto reciproco delle proprie idee. Altro, è, appunto, il compito della Chiesa. Nessuno si deve sentire autorizzato a strumentalizzarla. Né i laici o i sacerdoti devono – più o meno consapevolmente – lasciarsi strumentalizzare da interessi diversi.
Per questo le sedi, i locali e i circoli delle parrocchie e delle associazioni cattoliche – come già fu comunicato all’assemblea dei sacerdoti del 20 febbraio – non devono essere «appaltati» a nessuno, non possono diventare luoghi di propaganda partitica e personale. Non potranno svolgersi dunque iniziative di singoli partiti o di liste civiche o movimenti politici. È auspicabile, invece, che siano luoghi in cui le persone si confrontano non solo tra loro, ma anche, e soprattutto, con l’insieme dei principi e dei valori per noi fondanti della nostra esperienza di credenti. Il pluralismo e il rispetto «dell’altro» è il fondamento della convivenza in cui si riconosce l’esperienza del cattolico. La Chiesa, infatti, anche nelle sue articolazioni territoriali e nelle sue sedi periferiche, è luogo di tutti.
L’auspicio è che tutti coloro che vorranno mettersi in gioco e assumere incarichi a livello politico, sappiano dare volto e braccia mettendosi al servizio della città. Ci auguriamo di vedere un agire politico che non sia solo «reazione» immediata e spesso emotiva a qualche evento, ma capacità di pensare e progettare un futuro per questa città, a favore del vero bene comune della nostra gente.
Commenti