Giobatta Marzoppi (nella foto assieme al sindaco di Vernio Cecconi) ha 103 anni e quando fu costruita la ferrovia era il “boccino”, quello che portava l’acqua agli operai impegnati nel realizzare la grande galleria dell’Appennino. Mattia Panichi ha tre anni e lui è venuto perchè ama i “freccia rossa” che vanno veloce, ma gli piace anche il treno storico, “con le ruote grosse”. Cento anni di differenza, la stessa emozione. Due volti della festa popolare che oggi ha unito Bologna, la Val di Bisenzio e Prato, lungo i 97 chilometri della Direttissima Bologna-Firenze, la ferrovia inaugurata 80 anni fa per migliorare i collegamenti transappenninici, fin lì rappresentati dalla Porrettana.
Un treno storico ha fatto sosta in tutte le stazioni dal capoluogo emiliano a Prato: particolarmente affollate quelle di Vernio e Vaiano. E all’arrivo a Prato centrale la Banda Chiti si è esibita in un concerto, come fece in occasione dell’inaugurazione della Direttissima.
Bambini a bocca aperta a visitare il plastico della ferrovia con i trenini elettrici che sfrecciano nel tratto toscano della Direttissima, ricostruito in scala dalla Federmodellistica pratese. Adulti a bocca aperta a osservare il video che ripercorre con foto d’epoca e immagini dell’Istituto Luce la costruzione dell’opera, iniziata nel 1913 e subito bloccata dalla guerra, ripresa nel 1923 e conclusa il 22 aprile 1934.
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