Una parte dei 215 mila rotoli di tessuto sequestrati pochi giorni fa dalla guardia di Finanza nel corso dell’operazione “Fiume giallo” sono già stati rubati e per evitare che la merce sparisca del tutto la Procura ha intenzione di chiedere la messa all’asta dei beni, prima della loro confisca, come invece prevede la normale procedura. I furti sono stati commessi all’interno dei magazzini dove le pezze sono state trovate e poste sotto sequestro dai finanzieri: i sigilli – come accaduto in passato per le macchine da cucire – non hanno scoraggiato chi voleva in tutti i modi piazzare sul mercato le stoffe.
I rotoli di tessuto erano arrivate in Italia dalla Cina senza che vi si pagasse l’Iva, grazie ad una frode che ha fatto leva su 13 società prestanome, e sugli abusi connessi al “deposito Iva”, un centro di stoccaggio “duty free” presente nelle aree doganali.
“Trovo davvero scandaloso che merce sequestrata, come in questo caso tessuti, venga rubata o sottratta ad un provvedimento di sequestro dopo un lavoro di indagini portato avanti da 2 anni – commenta l’assessore alla sicurezza Aldo Milone -. E stiamo parlando, come disse il Procuratore Tony nella conferenza stampa, della seconda generazione che dovrebbe conoscere la nostra legislazione. I furti di questo tipo sono già avvenuti in passato e anche per quanto riguarda le famose tagliaecuci che vengono sequestrate dalla Polizia Municipale nei controlli con il gruppo interforze. In merito a ciò, abbiamo dovuto predisporre anche dei controlli notturni che ci hanno permesso di sorprendere in flagranza di reato alcuni gruppi cinesi. La cosa fa montare una rabbia perchè se azioni del genere fossero compiute da italiani le conseguenze penali sarebbero immediate e avrebbero suscitato clamore anche in ambienti politici. Ma perchè la sinistra parla solo di favorire l’emersione e l’integrazione e non biasima tali comportamenti? Non è possibile che il lavoro di 2 anni di indagini, portato avanti dalla G.d.F., che ha richiesto un impiego notevole di risorse umane, rischia di essere vanificato da un comportamento illecito di queste persone. E, ripeto, parliamo di seconde generazioni. Se l’avessero fatto in Cin – sbotta Milone – forse il giorno dopo sarebbero stati fucilati nella piazza Tienanmen. Non credo, e concludo, che ci voglia un processo di integrazione per far capire che chi ruba merce sottoposta a sequestro incorre in una violazione del codice penale”.
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