Una sorta di piano da protezione civile, con alloggi temporanei (anche mobili) ed accordi con le associazioni del volontariato nel caso di donne e bambini, sarà messo in atto per prevenire i problemi che si potrebbero verificare con il crescere delle ispezioni all’interno dei capannoni cinesi di Prato. A stabilire l’intervento è la Regione che quest’oggi ha comunicato le priorità per il Progetto Prato negli anni 2014 e 2015. L’idea infatti è quella che con l’aumentare dei controlli nelle ditte orientali, ci si possa trovare di fronte a numerosi immigrati scoperti a vivere nei loculi dormitorio. E così si dovranno disporre per i clandestini delle case dove vivere temporaneamente o alloggi mobili, probabilmente prefabbricati e container, per evitare di creare situazioni di emergenza sociale.
Il progetto Prato sul fronte dell’emersione delle imprese e del lavoro nero ha invece l’idea di potenziare l’attività dei giovani tecnici da formare perché possano diventare trait d’union di processi di cooperazione tra imprese e istituzioni e favorire la conoscenza delle regole e l’affermarsi della legalità. Lo scorso ottobre la Provincia di Prato ha dato il via al primo bando per quindici tecnici con meno di 29 anni che conoscano cinese e italiano. E’ prevista la conoscenza anche di altre lingue di altre comunità. La giunta ora ha previsto fino ad altri venti tecnici.
Per quanto riguarda la certificazione di qualità dei prodotti tessili entro l’anno partirà l’attività dell’Osservatorio per la sicurezza chimica, fisica e meccanica dei prodotti della filiera moda, tutela per i consumatori ma anche per le imprese vittime di concorrenza sleale.
Tra le nuove misure messe in campo, la giunta pensa ad un centro che curi la realizzazione di campagne specifiche su sicurezza e conoscenza delle regole, valutando l’istituzione di un call center multilingue per l’accompagnamento verso servizi dedicati. C’è un progetto sperimentale mirato al contrasto dell’abbandono scolastico: un affiancamento che si concentrerà soprattutto sul passaggio dalla terza media alla prima superiore, la più critica. E’ evidente che l’iniziativa non riguarderà solo gli immigrati. Per favorire la partecipazione della comunità cinese all’elaborazione delle priorità future la giunta regionale pensa anche all’istituzione di un gruppo consultivo misto, con italiani e cinesi, istituzioni e categorie economiche sedute fianco a fianco.
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