Al Comune di Prato servono 24 milioni e 400mila euro per tenere il bilancio in pareggio, per questo si prospetta una manovra che permetta di racimolare la cifra necessaria. Denaro che dovrà derivare da una riduzione della spesa e da un aumento degli incassi. Lo dice – nero su bianco – una delibera di giunta sui primi indirizzi per la predisposizione del bilancio di previsione 2014-2016 approvata lo scorso 2 aprile e pubblicata da oggi sull’albo pretorio on-line del Comune. Nella delibera, prima di entrare nello specifico, si sottolineano i mancati trasferimenti statali, che dal 2011 al 2013 ammontano a 25 milioni. Il conto per pareggiare il bilancio è presto fatto: 8 milioni e 200 mila euro verrebbero recuperati da un taglio delle spese. Nello specifico 7,2 dalla riduzione delle spese correnti, mezzo milione dalle spese per il personale, così come dalle spese per il servizio di igiene ambientale. La voce maggiori entrate però è quella più corposa: 16 milioni e 200mila euro che il Comune prevede così di incassare: 2,7 milioni dalla Tari, 9 da Imu e Tasi, 4,5 dalla destinazione dei proventi da permessi a costruire a copertura della spesa corrente. Per i cittadini le voci più dolorose sono quelle riguardanti Tari e Imu-Tasi, perché i maggiori incassi preventivati dall’amministrazione presuppongono un aumento delle tariffe. E’ la stessa delibera a chiarire: “Le maggiori entrate per la imposta TARI presuppongono un aumento medio delle tariffe del 6,5% rispetto alle tariffe in vigore nel 2013; tuttavia, poiché ad oggi risultano da esentare i soggetti che producono rifiuti assimilati ai rifiuti urbani e che provvedono autonomamente allo smaltimento, qualora non intervengono modifiche normative occorrerà provvedere all’ulteriore aumento delle tariffe per garantire l’invarianza di gettito in base alla quantificazione che dovrà essere effettuata dal gestore del servizio di igiene ambientale”, che tradotto significa un aumento almeno del 6,5% della tassa sui rifiuti rispetto alle tariffe del 2013. Quanto a Imu e Tasi, sempre la delibera recita: “Le maggiori entrate da IMU e TASI presuppongono: o l’innalzamento dell’aliquota IMU su fabbricati diversi dall’abitazione principale attualmente assoggettati ad aliquota dello 0,96%, dalla attuale aliquota all’1,06%; o stabilire l’aliquota TASI nella misura dello 0,25%”.
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