Esportare il ragù ma anche la mortadella di Prato, cucinare lasagne e perché no i sedani. In Cina, a Whenzhou, gli studenti dell’istituto alberghiero Datini hanno cucinato piatti tipici della tradizione toscana per i loro coetanei della scuola – l’istituto professionale cinese Zhejiang Wenzhou Huaqiao Vocational High School – con cui sono gemellati dal 2007. Una dimostrazione non casuale: l’accordo siglato proprio in questo viaggio dai presidi delle due scuole prevede infatti l’apertura, nell’istituto cinese, di un corso di cucina che utilizzi ricette e prodotti toscani e in particolare pratesi, nell’ottica dunque di uno scambio proficuo sia per alunni e professori che per l’esportazione delle eccellenze enogastronomiche del nostro territorio.
E in effetti il viaggio a Whengzhou ha aperto nuove prospettive anche a molti studenti, sia Italiani che cinesi. Niccolò, ad esempio, pensa di specializzarsi in Cina e di creare una cucina fusion sino-toscana; Enrico, invece, occhi a mandorla ma nato in Italia, potrebbe esportare in Cina lasagne e pizza. Il viaggio si è concluso a Pechino, dove con l’ambasciatore italiano si è valutata l’apertura di una scuola alberghiera proprio all’ombra della grande muraglia. E che il menù italiano in Cina vada molto di moda lo testimonia il successo della scuola di cucina aperta da qualche tempo dallo chef stellato Gualtiero Marchesi.