15 Marzo 2014

“Il seminarista” del regista pratese Gabriele Cecconi vola negli Stati Uniti, ad aprile sarà proiettato al Terminale


L’ultimo film di Gabriele Cecconi prima vola negli Stati Uniti e poi sarà proiettato a Prato. Dal 31 marzo al 3 aprile il regista pratese sarà ospite dell’Ambasciata italiana a Washington per presentare «Il seminarista», il suo primo lungometraggio. Il film è stato selezionato dall’Associazione per la diffusione della cultura italiana in America. Sarà una vetrina importante per Cecconi che recentemente ha raccolto consensi di pubblico e critica al Sudestival, il festival del cinema organizzato in Puglia.
«Il seminarista» è stato proiettato per la prima volta a novembre dello scorso anno al cinema Odeon di Firenze. Il film si svolge a Prato, all’interno di un Seminario minore, un ambiente che oggi non esiste più, dove un tempo studiavano i bambini e i ragazzi per diventare sacerdote. Siamo alla fine degli anni Cinquanta, i protagonisti della storia sono tre bambini dalla diversa vocazione in cammino verso il sacerdozio. Le vicende sono narrate con delicatezza da Cecconi – attraverso l’uso di una curata fotografia in bianco e nero – che alterna momenti “pubblici”, come il riferimento alla vita di don Milani, a episodi autobiografici, tratti dal romanzo «Oltre il cancello», dove lo stesso regista racconta la sua esperienza personale di giovanissimo seminarista. Pratesi sono gli attori e anche tutte le location, dal Conservatorio di San Niccolò al Convitto Cicognini, luoghi adattissimi nel ricreare gli ambienti di un Seminario.
Il film sarà proiettato in città il 7 e il 28 aprile al cinema Terminale e nel periodo estivo sarà inserito nella programmazione del Castello dell’Imperatore. Sempre nel mese di aprile «Il seminarista», che è stato riconosciuto dal Ministero della Cultura come “film d’Essai”, sarà presentato al festival del cinema a Vittorio Veneto. Ma prima, come detto, sarà a Washington. «Questo appuntamento mi fa particolarmente piacere – afferma il regista – perché è la dimostrazione che questo film tutto pratese piano piano si sta facendo apprezzare, non solo in Italia». Cosa è piaciuto di questo lungometraggio? «Principalmente la storia, mai era stato ambientato un film in un Seminario minore – spiega Cecconi –, le vicende dei bambini seminaristi, che poi diventano ragazzi, ha colpito molto il mondo giovanile perché rappresentano le stesse tappe di crescita degli adolescenti di oggi. Cambiano i luoghi e i tempi, ma i passaggi che portano alla autonomia e all’indipendenza sono gli stessi».

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