Tra una settimana è previsto il trasferimento a Firenze della centrale operativa del 118 di Prato, ma le associazioni di volontariato pratesi finora si sono rifiutate di installare a bordo delle 17 ambulanze prese in affitto dalla Asl (con disponibilità 24 ore su 24) i computer di bordo che dovrebbero dialogare con i software di Firenze. Le associazioni chiedono maggiori garanzie sull’efficienza del servizio e sulla nuova organizzazione del lavoro, destinata a cambiare le abitudini di volontari e dipendenti. Anche oggi, in un incontro in Regione a cui hanno partecipato i rappresentanti delle associazioni pratesi e i vertici della Asl 4, non è stato trovato un accordo e ogni decisione è slittata ad una nuova riunione in programma venerdi.
“Abbiamo sempre avuto buoni rapporti con le associazioni e la loro presa di posizione ci ha stupito” – ha detto il responsabile dell’Unità funzionale 118 Michele Lanigra. Anche le associazioni non capiscono la fretta del trasferimento della centrale operativa fiorentina, motivata dalla Regione con una situazione di “eccezionalità e urgenza”. “Abbiamo problemi seri. Qui al Misericordia e Dolce abbiamo un sistema informatico obsoleto” ammette la coordinatrice infermieristica del 118 Sonia Simonetti, che chiarisce: “Potremmo comunque trasferire la centrale a Firenze anche senza installare sulle ambulanze il computer di bordo. Continueremmo in questo caso ad utilizzare l’apparecchio radio, con il vantaggio di avere un supporto cartografico più moderno”.
Il computerino a bordo delle ambulanze permetterebbe al medico di ricevere direttamente una scheda con tutti le informazioni del paziente da soccorrere. Il collegamento satellitare delle ambulanze consentirebbe inoltre di localizzarle in tempo reale favorendo il lavoro della centrale operativa.
Con il trasferimento della centrale, i 29 medici del 118 continueranno a lavorare sul territorio a Prato, mentre i 18 infermieri per 4 mesi si recheranno nella centrale di Lungarno Santa Rosa a Firenze e poi potranno chiedere di tornare a lavorare in città.
“Trasferire a Firenze la centrale – ha spiegato Lanigra – permetterà anche il recupero del medico all’ interno della centrale, che potrà essere destinato ai servizi sul territorio”.
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