1 Febbraio 2014

Stefanino, Il messaggio del Ministro Trigilia: “Rivalutate il Pin e puntate sulla cultura in sinergia con il distretto”


Assente per motivi istituzionali improrogabili l’ospite d’onore della cerimonia del Premio Santo Stefano, il Ministro per coesione territoriale Carlo Trigilia. Esperto di progettazione dello sviluppo locale e di pianificazione strategica delle città, il Ministro, che a Prato ha insegnato al Pin, conosce molto bene il distretto, ed è intervenuto con un videomessaggio
«Il caso di Prato è emblematico di una storia più generale – ha affermato Trigilia – che ha riguardato tutti i distretti del made in Italy, colpiti, prima ancora che dalla crisi degli ultimi cinque anni, dalla accresciuta concorrenza dei Paesi a più basso costo del lavoro, soprattutto nelle fasce meno qualificate e per questo più esposte alla concorrenza di costo».
Secondo il Ministro: «Per salvaguardare il grande patrimonio del saper fare, costituito dai sistemi produttivi locali e dai distretti come quello di Prato, è necessario anzitutto puntare sullo spostamento della attività produttiva verso fasce di più elevata qualità, meno esposte alla concorrenza di costo».
Due devono essere le linee d’azione per Trigilia. La prima la strada è quella dell’innovazione, «obiettivo centrale del nostro Paese è quello di modernizzare il made in Italy, questo significa introdurre nuove tecnologie nei settori tradizionali. Ad esempio cercando di combinare nanotecnologie e produzione tessile. Per fare questo occorre incrementare il rapporto tra imprese, università e centri di ricerca». Per Trigilia occorre rilanciare «l’esperienza del polo universitario pratese, dove ho avuto l’onore di insegnare. Questa opportunità non è stata sfruttata come si sarebbe potuto ma siamo ancora in tempo, e ci può essere un importante sviluppo di collaborazione tra imprese del distretto e università».
La seconda linea riguarda la crescita nella domanda di beni culturali. «Sotto questo punto di vista Prato ha risorse da valorizzare – ha spiegato il Ministro – penso all’ormai consolidata esperienza del Museo Pecci, che potrebbe diventare il centro di riferimento per altre e più diffuse iniziative nel campo dell’arte contemporanea. Ma penso anche al tessuto di beni storici esistenti nel centro di Prato e negli altri centri vicini. Penso alla tradizione musicale particolarmente presente nell’area di prato. Oppure a esperienze radicate presso il Pin, legate alla formazione di professioni legate al mondo dello spettacolo. Si intravede una possibile trama tra questi beni culturali, le attività formative per dare a Prato un’altra gamba di sviluppo oltre a quella della sua grande tradizione manifatturiera».
Queste nuove linee di sviluppo possono essere possibili anche grazie ai fondi europei del ciclo 2014-2020. «Sarebbe utile che il sistema produttivo pratese si preparasse per cogliere queste opportunità», ha concluso il Ministro.