Coltivavano marijuana all’interno di un capannone industriale di Vaiano. A finire nei guai sette cittadini cinesi che sono stati arrestati dai Carabinieri del Comando Provinciale di Prato. La scoperta è stata fatta ieri sera nel corso di un blitz all’interno dell’immobile al termine di un’indagine del nucleo investigativo, partita un mese fa. All’interno della fabbrica è stata trovata una vasta piantagione di marijuana (circa 5 mila piante) gestita in maniera professionale dai sette cinesi, tra i quali anche una donna, tutti originari del Fujian e tutti, tranne uno, clandestini.
Al momento dell’accesso dei carabinieri, alcuni coltivatori di marijuana sono stati sorpresi mentre si prendevano cura delle piantine.
Il capannone, preso in affitto dalla fine dello scorso anno e destinato all’impianto di una coltivazione intensiva di cannabis al fine di ricavare marjiuana, era stato individuato e scelto in quanto particolarmente protetto da possibili occhi indiscreti. Infatti l’unico ingresso dello stabile, che è peraltro nascosto alla vista dalla strada e dà sul fiume Bisenzio, è accessibile solo dopo aver oltrepassato un cancello che era costantemente chiuso con un catenaccio di grosse dimensioni. Inoltre tutte le vetrate, comunque dotate di inferriate, erano state doviziosamente coperte con teli e buste in plastica di colore nero al fine di garantire l’assoluta privacy delle operazioni che si compivano.
All’interno, oltre alla zona antistante l’ingresso che era stata adibita a soggiorno/cucina, ad un vano servizi ed a due fabbricati metallici, destinati ad uso ufficio ma di fatto adibiti a dormitorio stabile di almeno 3 persone; il grosso dello spazio interno era stato attrezzato ad arte per l’espletamento a ciclo continuo della coltivazione ed essiccazione della cannabis indica al fine di produrre ingenti quantità di marjiuana.
Era stata infatti costruita una struttura in legno alta circa 3 metri concepita per ospitare vari ed ampi ambienti, separati ma comunicanti tra loro con porte di accesso e tramite un unico corridoio interno, destinati alle varie fasi della preparazione, crescita ed essiccazione delle piante di cannabis. Dei complessivi 8 locali, 3 erano ancora in fase di allestimento, mentre 5, tutti dotati di un sistema di illuminazione artificiale costituito da quasi 200 lampade a vapori di sodio idonee a simulare la luce solare, nonché di apposito sistema di aereazione, umidificazione e ventilazione, erano in piena attività.
All’interno degli spazi spazi, suddivisi in base allo stato di avanzamento della crescita, dai piccoli germogli fino ai fusti in piena fioritura, venivano infatti rinvenute e sequestrate circa 5.000 piante di cannabis indica, tutte singolarmente invasate. Nell’edificio era inoltre presente tutto il necessario per la cura e gestione delle piante (utensili vari, terriccio, fertilizzanti, antiparassitari, nebulizzatori e vasi di differenti dimensioni), l’occorrente per l’ampliamento del sistema di illuminazione artificiale, di aereazione e ventilazione ai locali in allestimento, nonché il materiale predisposto per la pesatura ed il successivo confezionamento del “prodotto finito”.
L’indagine ha preso spunto dal controllo a Prato di alcuni degli arrestati che erano stati trovati in possesso di vario materiale per la coltivazione. I militari hanno poi effettuato numerosi servizi di osservazione, controllo e pedinamento, oltre a verifiche e controlli sullo stabile, che hanno permesso lo smantellamento della redditizia attività di produzione dello stupefacente, sulla quale erano stati fatti cospicui investimenti.
I 7 arrestati, al termine delle operazioni, sono stati associati ai carceri di Prato e Firenze Sollicciano, in attesa della successiva convalida.
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