I residenti del Calice rispondono con una lettera al presidente di Gida (LEGGI L’ARTICOLO) che ieri aveva precisato che l’esondazione del Calicino non era stata provocata dall’impianto di depurazione del Calice. Di seguito il testo della missiva scritta dai residenti:
Egregio Dott.Gabriele Mammoli Presidente di “GIDA”,
sono Niccolai Alessandro abitante di Via del Calice e rispondo alla sua delucidazione a nome di tutti gli abitanti della zona.
Premetto che non vogliamo polemizzare e accusare nessuno di colpe attribuite, ma evidenziare solo che esiste da tempo una criticità ambientale che in questi ultimi tempi è aumentata fino ad essere incontrollata, ma soprattutto insostenibile da parte nostra.
Di chi è la responsabilità? Di chi è la competenza? Boh!! I vari organi amministrativi, vedi Comune, Provincia, Consiag, Protezione civile, Consorzio Ombrone, Regione, GIDA, si tirano fuori dicendo che “non è nostra competenza”, rimpallandoci da un ufficio all’altro. Forse è nostra la competenza dato che siamo noi parte in causa in quanto abitanti?
Ma torniamo ai fatti, non sappiamo se lei è a conoscenza del territorio o da quanto amministra “GIDA”, ma non avrà mai la nostra competenza territoriale in quanto noi esistevamo già sul territorio, prima che GIDA esistesse come ente.
Non sto a fargli la crono-storia di tutti gli eventi intercorsi in tutti questi anni a partire dai primi anni ’80, però gli posso assicurare che i problemi sono iniziati già dopo la costruzione delle prime 2 vasche di stoccaggio di acque nere e poi si sono accentuate sempre di più via, via che l’impianto veniva ampliato fino a raggiungere le attuali dimensioni.
Eravamo riusciti a raggiungere un minimo di equilibrio ambientale grazie a ripetute sollecitazioni sia da parte nostra che Vostra presso gli uffici competenti comunali e Vi ringraziamo per la Vostra collaborazione, però tutto ciò è venuto meno e noi ci troviamo sommersi continuamente da acque reflue che provengono dalla Vostra zona di immissione dentro il canale Calicino. Lei dice che GIDA è imputata perchè è l’anello terminale di una filiera di “acque depurate”. Falso, l’anello terminale sono le nostre case, i nostri giardini, le nostre corti.
La saluto cordialmente e spero di conoscerla personalmente anche per approfondire di più la questione.
Niccolai Alessandro
Abitante di Via del Calice