Il Centro di Scienze Naturali è ancora al centro della polemica. A sollevarla è questa volta il comitato ambientalista di Prato che su Facebook ha lanciato una petizione indirizzata fra gli altri al sindaco, per chiedere l’istituzione di un sistema di vigilanza notturna al Csn. Alla base di questa richiesta ci sono “spiacevoli episodi, per non dire macabri, ai danni di alcuni animali, ultimo fra questi un agnellino ucciso e scuoiato sul posto. Altri animali come un asinello preso a bastonate con gravi danni a un occhio, insieme ad altre caprette e piccoli animali che ci hanno rimesso la vita dopo un’inspiegabile violenza da parte di ignoti. Questi sono fatti che fanno riflettere sull’effettiva sicurezza della fauna del posto e sulla presenza di persone squilibrate che in modo del tutto indisturbato sfogano la loro rabbia su creature innocenti, le stesse creature che ogni giorno ricevono sorrisi e affetto da parte dei visitatori del centro e che non meritano certamente questa fine. Sapere che in questa oasi di pace e tranquillità avvengano violenze libere e incontrollate durante le fasce notturne dà un’immagine tutt’altro che bella, non solo a chi gestisce il centro ma anche alla città stessa, che dovrebbe in prima linea salvaguardare questo bellissimo posto”.
Scoperta la petizione è rabbiosa la reazione del presidente del Csn, Pamela Bicchi che smentisce con forza quanto raccontato dal comitato. “Sono riportati fatti assolutamente falsi e distorti – scrive – atti a far credere che al Csn vi siano stati ulteriori episodi gravi a danno degli animali da balordi, dopo il fatto dell’agnellino che tutti conosciamo. L’asino sta benissimo e non ha preso nessuna bastonata, ha rischiato ad un occhio solo presumibilmente per un calcio fortuito ad opera degli altri suoi compagni, ora sta benissimo. I danni alle pecore, come ci è stato detto dalle autorità dove ci siamo recati a fare denuncia, sono stati fatti presumibilmente da una banda organizzata che ha recato molti danni a numerosi allevatori della zona. E’ chiaro quindi l’intento di gettare discredito su di noi, ora che stiamo raccogliendo i frutti di un lavoro certosino di riqualificazione dopo i noti fatti, quelli sì, da verificare nel processo in cui ci siamo costituiti parte civile. Chiedo che chiunque si celi dietro il nome di comitato animalista pratese si palesi e faccia chiarezza. Stiamo in ogni caso provvedendo al posizionamento di telecamere di sorveglianza (2 sono già state posizionate), ma è comunque difficile controllare 16 ettari ai piedi del Monteferrato”.
Ecco il link alla pagina della petizione
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