Gli scarichi di liquami da parte dei camion? “Irrilevanti”. Le colpe delle esondazioni del Calicino? “Sono altrove. Non è Gida il nemico”. Dopo la rivolta dei residenti del Calice che ieri (LEGGI L’ARTICOLO) hanno bloccato i camion diretti al depuratore di Baciacavallo, accusato di scaricare liquami e acqua di risulta nel Calicino già esondato, il presidente di Gida Gabriele Mammoli interviene sulla questione, respingendo le accuse ed imputando ad altri le responsabilità dei continui allagamenti nella zona.
Mammoli spiega che soltanto la protezione civile ha facoltà di bloccare gli impianti di depurazione e si dice pronto ad affrontare il caso Calice a una riunione con gli altri enti coinvolti nella gestione idrica del territorio. “Nel Calicino – spiega Mammoli – vengono scolmate le eccedenze della depurazione degli scarichi di Montemurlo trattati al Calice”. Eccedenze che in questi giorni di maltempo, a causa delle piogge torrenziali, hanno toccato i 6 mila metri cubi all’ora, ovvero quattro volte in più rispetto agli scarichi di Montemurlo trattati da Gida al Calice. Di seguito l’intervento integrale del presidente di Gida, società che gestisce il depuratore.
“L’esasperazione della popolazione interessata dai ricorrenti problemi dovuti al Calicino è del tutto comprensibile. Come Gida ne siamo consapevoli: non a caso i nostri tecnici sorvegliano la situazione giorno e notte fin dall’inizio dell’allerta. Ma non è Gida la causa, nemmeno indiretta, dei loro disagi. Gida depura le acque e fa sì che la fognatura di Montemurlo funzioni e non metta in difficoltà le aree vicine: compito non facile perché il reticolo fognario montemurlese veicola anche, impropriamente, quantità abnormi di acque superficiali.
E’ necessario fare chiarezza su almeno due punti: le competenze di Gida e l’entità del contributo che i contestati camion dei liquami danno al problema esondazioni.
Sulle competenze, quelle di Gida corrispondono alla mera esecuzione dei compiti previsti dalle autorizzazioni e dai contratti di servizio che la società ha ricevuto ed intrattiene con i vari enti, inclusa la Protezione civile che in situazioni emergenziali ha (lei sola) l’autorità di farci interrompere o modificare le attività. In altre parole: Gida non può decidere se e come derogare dall’attività che svolge ordinariamente. Se lo facesse commetterebbe una irregolarità, grave in sé e anche per le possibili conseguenze di scelte non autorizzate.
Per i camion: senza entrare in tecnicismi, bastano pochi numeri a dare il senso della loro irrilevanza. La depurazione degli scarichi di Montemurlo trattati da Gida al Calice ammonta a 1.600 metri cubi all’ora e sono le eccedenze ad essere scolmate nel Calicino. Le piogge torrenziali di questi giorni hanno portato tali eccedenze all’entità di 6.000 metri cubi all’ora. Un camion trasporta liquami (ovviamente da trattare prima di essere sottoposti a depurazione) per un volume di circa 10-15 metri cubi.
Agli abitanti di quell’area così tormentata dico: non è Gida il ‘nemico’. I problemi stanno da tutt’altra parte, a cominciare dalla questione delle competenze sul Calicino. Gida non ci sta a fare da cassa di compensazione di inefficienze che non le appartengono e che si scaricano su di essa in quanto anello terminale ed operativo di una ‘filiera dell’acqua’ le cui titolarità sono di altri. Per questo chiederò agli enti competenti una riunione urgente finalizzata a porre Gida in condizione di operare al Calice con la dovuta serenità.”
Gabriele Mammoli, presidente di Gida spa