Che cosa abbiano in comune la fisica quantistica e l’arte lo racconta la storia di Andrzej Dragan, polacco, che firma la mostra Allegories & Macabresques visibile da domani nei locali di InVaj, in via Pugliesi 24. A portarlo a Prato è il curatore e critico d’arte Luigi Salvioli. Dragan è un artista, che tanto ha fatto discutere i circuiti internazionali dell’arte per le sue elaborazioni al computer di personaggi più o meno reali; ma appunto è anche un fisico: e questa formazione si riflette nelle sue produzioni. Allegories & Macabresques raccoglie una trentina di ritratti (2004-2007) fra cui figurano David Lynch insieme a una gallina, Mads Mikkelsen che osserva un embrione di gatto, Jan Peszek con un vecchio orologio e Jerzy Urban con un nudo di donna e un sigaro cubano. La collezione esposta esprime il confronto perpetuo dell’autore col messaggio racchiuso nel proverbio portoghese “Coloro che vedono i volti non vedono il cuore”. Inoltre è un riassunto di tre anni di lavoro, e include alcune opere inedite. Dopo il successo della mostra “Covery Story” tenutasi presso la Camera di Commercio di Prato, che tanto successo ha avuto, Luigi Salvioli organizza una nuova iniziativa per la città. Questa volta sceglie una location completamente diversa rispetto ad un ordinario spazio espositivo, individuando quale sede della mostra un locale posto in palazzo Vaj, noto in città per aver dato ideazione e sviluppo ad una nuova forma di convivialità, rappresentata da una facilità di contatto umano e sensoriale tra persone, cibo ed oggetti. Ed è proprio questa facilità di comunicazione, legata alla possibilità di rendere fruibile la forma artistica, che ha spinto Salvioli a tale nuova esperienza.
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