Buste paga più “robuste” per restituire una maggiore capacità di acquisto grazie al progetto welfare, integrazione economica e sociale con la comunità cinese attraverso controlli mirati a monte e a valle della filiera, attenzione allo sviluppo delle politiche del gas. Sono questi i temi, dopo un’analisi ‘critica’ della politica nazionale, sviluppati nella relazione di apertura dal segretario della Filctem Cgil Massimiliano Brezzo durante il congresso della categoria che l’ha riconfermato alla guida. “Nel manifatturiero – ha commentato Brezzo – la crisi ha continuato a causare ristrutturazioni e cessazioni delle attività purtroppo anche di alcune imprese tra quelle che consideravamo più innovative. E per questo siamo stati costretti spesso a giocare in difesa pensando a garantire una gestione delle crisi aziendali tenendo come priorità l’esigenza di garantire sostegni al reddito con gli ammortizzatori sociali il più a lungo possibile”. Sarebbe però assai riduttivo sintetizzare questi anni solo con la gestione della crisi.” Mentre ci adoperavamo per contrastare gli effetti della crisi – ha evidenziato il segretario della più grossa categoria produttiva del sindacato – abbiamo sempre avuto davanti a noi il problema di recuperare potere d’acquisto del salario. E per questo siamo stati fin da subito disponibili a lavorare con Cisl e Uil e l’Unione industriale a un salario di secondo livello che si esplicita nell’acquisto e poi la redistribuzione di beni e servizi ai dipendenti”.
Per quanto riguarda i controlli invece Brezzo ha messo in luce il mancato adeguamento degli organici delle attività ispettive e soprattutto dell’esigenza di trasferirli in parte dai pronto moda alle stamperia e tintoria fino ai capi finiti per bloccare all’entrata e all’uscita le produzioni e togliere acqua al sistema dell’illegalità. Controlli sulle aziende ma anche progetti di collaborazione valorizzando la filiera nelle sue potenzialità di riciclo e di produzione sostenibile.Per questo la Filctem sostiene il disegno di legge per l’istituzione del marchio Italian Qualità, una proposta che potrebbe superare le obiezioni poste in passato dall’Europa.
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