“Per colpa di Preiti vivo una vita in cui ogni giorno ho paura di perdere mio padre. Perdonarlo non mi aiuterebbe, so solo che Giuseppe non potrà mai andare al parco giochi con suo nipote e che sarà difficile che possa farmi una carezza o riabbracciare”. Martina Giangrande racconta alla trasmissione di Italia 1, Lucignolo 2.0, la sua nuova vita dopo l’attentato di palazzo Chigi, dove suo padre, il brigadiere Giuseppe, è rimasto gravemente ferito a seguito degli spari partiti dalla pistola impugnata da Luigi Preiti. Una vita che ruota tutta intorno al padre, nonostante Martina abbia soli 24 anni. “La mattina mi alzo, esco con il cane e alle 11 vado dal babbo – racconta – aspetto che faccia fisioterapia, gli do da mangiare, poi vado anch’io a pranzare e nel pomeriggio torno da lui. Purtroppo nonostante gli sforzi ha perso 15 chili, diciamo che lo sto nutrendo d’amore e di cibo”. Tanti gli attestati di stima e d’affetto ricevuti in questi mesi. “In tanti ci scrivono – prosegue Martini – c’è chi manda fiori, chi lettere con dentro anche dei soldi. Penso che di lettere ne siano arrivate almeno mille. La mia paura è quella di non riuscire a tornare alla normalità. Non ho avuto nemmeno il tempo di abituarmi alla scomparsa di mia madre che subito è successo l’attentato a mio padre. I miei genitori però devo ringraziarli, se sono così è per merito loro”.
Come raccontato ieri nelle anticipazioni alla trasmissione (Leggi l’articolo), Martina si è soffermata a parlare delle condizioni di salute del padre e di come lo scorso 4 gennaio abbia rischiato di morire. “E’ stato colpito da una polmonite acuta – spiega – aveva smesso di respirare. Per fortuna i medici sono riusciti a rianimarlo. Se tutto ciò fosse successo a casa forse non ne avremmo tolto le gambe. Purtroppo però i miglioramenti fatti con la riabilitazione si sono del tutto azzerati. E così siamo tornati nell’imolese al centro riabilitativo di Montecatone”.
Nel link il servizio completo. Inizia dopo un’ora e 33 minuti di trasmissione.