Arriva la replica dell’Asl sul caso del 17enne studente pratese ricoverato al Mayer per tubercolosi, con la famiglia che ha accusato l’Asl di Prato di non avere diagnosticato in tempo la tbc (Leggi l’articolo). “Il giovane paziente – ricostruisce l’Asl – accedeva al Pronto Soccorso nel primo pomeriggio del 13 dicembre, riferendo un episodio di sanguinamento dal naso e dalla bocca. E’ stato visitato dai medici di turno ed inviato, dapprima a consulenza otorinolaringoiatrica, che risultava negativa (lo specialista non rilevava tracce di sanguinamento), e, successivamente, sottoposto ad esame radiografico del torace, che evidenziava una sospetta broncopolmonite per la quale è stata somministrata terapia antibiotica. Sono stati eseguiti esami ematici, che hanno rilevato lieve alterazione degli indici di flogosi. La ricerca degli antigeni urinari per pneumococco e legionella è risultata negativa. E’ stata attivata la consulenza da parte di un infettivologo che, per il completamento diagnostico, ha prescritto l’esecuzione di esame batterioscopico e colturale su escreato per germi comuni e micobatteri, intradermoreazione di Mantoux ed eventuale controllo ambulatoriale presso malattie infettive. Il paziente è stato trattenuto in osservazione per la notte. La mattina successiva ha eseguito una nuova visita medica nella quale sono state riscontrate: assenza di febbre, discrete condizioni generali e funzionalità respiratoria sostanzialmente nella norma. Queste condizioni cliniche suggerivano ai sanitari la possibilità di prosecuzione a domicilio dell’iter diagnostico intrapreso. In tarda mattinata, il paziente è stato dimesso con prescrizione di esame sull’escreato, intradermoreazione di Mantoux, controllo infettivologico e prosecuzione della terapia antibiotica. Il fatto che il paziente non abbia eseguito gli esami prescritti alla dimissione ed abbia optato di rivolgersi ad un altro ospedale, ha determinato l’interruzione dell’iter diagnostico presso la nostra Azienda, non consentendo di pervenire alla diagnosi di certezza e ai conseguenti provvedimenti. Il riscontro di positività agli esami dell’escreato, unito alla positività alla Mantoux, avrebbe determinato, infatti, l’immediato ricovero in isolamento del paziente e l’impostazione della terapia antitubercolare specifica. L’appuntamento fissato il 17 dicembre, e disdetto il giorno successivo, non riguardava l’esecuzione dell’intradermoreazione di Mantoux, per la quale è sufficiente presentarsi tutti i giorni, senza appuntamento presso il Centro sanitario Giovannini e/o presso l’igiene e sanità pubblica, bensì una visita infettivologica ambulatoriale”.