Il giorno dopo il controllo di Questura e vigili del fuoco e il sequestro preventivo del locale in attesa delle decisioni della magistratura (Leggi l’articolo), i titolari del Keller Platz affidano a Facebook il loro sfogo, pubblicando al contempo una galleria fotografica per fare capire come, secondo loro, fosse tutto in regola. “Vogliamo che tutto sia trasparente e alla luce del sole – scrivono – questa è l’Italia che impedisce di lavorare, ostacola la libera imprenditoria, mette in pericolo posti di lavoro. La chiusura riguarda le norme in materia di sicurezza e la loro interpretazione lasciata ai pubblici ufficiali anziché essere chiara e uguale per tutti. Questo è il trattamento che viene riservato a chi lavora, paga le tasse, cerca di creare lavoro e lavorare senza violare le leggi. L’Italia è ormai un paese in preda alla pazzia, alla schizofrenia, all’incompetenza, alla faziosità delle corporazioni e dei potenti. Quanto dovremo ancora sopportare? Siamo basiti, e come noi tutte le persone che hanno visto l’ignobile scena ieri sera”.
Poi arriva l’attacco diretto alla forze dell’ordine. “Si sentono degli sceriffi al tempo del far west – concludono – e usano il loro potere non per migliorare la nostra società, ma per punire. Vergogna e nel frattempo la criminalità e il disagio dilagano, gli extracomunitari non vengono né puniti né aiutati ad integrarsi e ad essere parte migliorativa delle nostre società come accade in moltissimi altri paesi. Ricordiamo a tutti che fra contratti a tempo indeterminato, apprendisti, contratti a chiamata, amministratori e segretarie il Keller dà lavoro a circa 20 persone. Per non parlare dell’indotto sui fornitori, sulle band che vengono pagate dietro presentazione di regolare fattura, della Siae pagata mensilmente, delle opportunità di scambi commerciali e visibilità che il Keller offre. Queste sono le aziende che vengono perseguitate e perché? Questa volta non si parla neanche più di schiamazzi. Tirate voi le conclusioni”.
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