8 Gennaio 2014

Fumi dal nuovo ospedale, Arpat chiede un incontro fra istituzioni e spiega quali sono le cause delle emissioni


Dopo i numerosi esposti dei residenti di via Ciulli, che protestano per le emissioni rumorose e i fumi provenienti dal nuovo ospedale di Prato, Arpat, che ha già effettuato rilievi e ha multato la Asl (LEGGI L’ARTICOLO), chiede al Comune di convocare un incontro tra i diversi soggetti istituzionali interessati (oltre al Comune stesso, la Provincia, la Asl e Arpat) al fine di poter valutare congiuntamente tutti gli aspetti igienico-sanitari e ambientali emersi in questi primi mesi di servizio del nuovo presidio ospedaliero.
La riunione, nelle intenzioni di Arpat, dovrebbe servire a “valutare tutte le possibili azioni per migliorare la gestione delle emissioni prodotte dall’ospedale”. Nella nota, Arpat descrive le due diverse sorgenti emissive della struttura di Galciana: la prima corrisponde ai 4 impianti termici di riscaldamento a metano a condensazione (per complessivi 9 Mw, autorizzato dalla Provincia), responsabili del fumo bianco segnalato dai residenti, che è vapore acqueo. La seconda sorgente emissiva è rappresentata da due gruppi elettrogeni a gasolio di emergenza per la produzione di energia elettrica nel caso di black-out (dal quale deriva il fumo nero segnalato), che deve essere provato periodicamente (circa un’ora la settimana) per verificarne l’efficienza. “In questo periodo di alta pressione ed inversione termica – spiegano da Arpat – il fumo/vapori prodotti da tali impianti, come quello di tutte le emissioni in atmosfera, tende a ristagnare a bassa quota”.