Nemmeno l’insistenza del medico di turno è servita a convincere lo specialista della necessità di un suo intervento. Non si era mai sentito dire di un medico che si rifiuta di visitare un paziente che non riusce a respirare bene a causa di un cotton fioc infilato nel naso. Protagonista, suo malgrado, di questa vicenda, un pratese di 80 anni, che mercoledì sera, intorno alle 20.30, si è presentato al Pronto soccorso del Santo Stefano per disturbi respiratori e fastidi dovuti alla presenza di un bastoncino che si era incastrato nella narice, mentre si prendeva cura della propria igiene personale: un’operazione che l’uomo svolge quotidianamente per eliminare le fastidiose croste che gli si formano nel naso al contatto con i tubicini da lui utilizzati per la somministrazione dell’ossigeno, terapia alla quale è sottoposto.
Dopo aver chiamato l’ambulanza, l’anziano è stato accompagnato in ospedale. Arrivato al Pronto soccorso, il medico di turno si è reso subito conto della gravità della situazione e che non avrebbe potuto risolvere facilmente il problema del paziente senza ricorrere all’utilizzo di strumenti specifici. A quale punto, come riporta il referto medico, si è richiesto l’intervento di un otorino, quello reperibile però, dopo essere stato informato sul caso, si è rifiutato di visitare l’uomo sul momento ritenendo che non fosse urgente.
Di fronte allo sconcerto dell’anziano signore e dei suoi familiari, il medico non se l’è sentita di rimandarlo a casa. Il paziente stesso non ha nemmeno preso in considerazione l’idea per paura di andare incontro a ulteriori problemi respiratori, considerata anche la propria condizione di salute personale. Ma non c’è stato niente da fare. Dopo che l’otorino continuava a rifiutarsi di intervenire immediatamente, il medico del Pronto soccorso si è dovuto arrendere informando la dottoressa che avrebbe inviato il paziente a Careggi, dove è stato subito curato. Secondo il collega dell’ospedale fiorentino, infatti, il caso doveva essere valutato quanto prima, e quindi risolto, in quanto a suo giudizio esisteva il rischio di inalare il bastoncino lungo circa sei centimetri, “Quello che è accaduto a mio padre è una vergogna – riferisce il figlio del paziente – Ci rivolgeremo al Tribunale dei diritti del malato per valutare se ci sono gli estremi per una denuncia”.
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