16 Gennaio 2014

28 “Pietre d’inciampo” per non dimenticare l’orrore dell’olocausto e ricordare i deportati pratesi della seconda guerra mondiale


Si è conclusa questo pomeriggio la seconda fase del progetto “Pietre d’inciampo”, voluta dal Comune per tenere viva la memoria dei pratesi che sono stati deportati nei campi di concentramento nazisti nel corso della seconda guerra mondiale. Dopo che 12 sampietrini in ottone lucente erano stati apposti nei luoghi di lavoro dove vennero prelevati i deportati, oggi sono state inaugurate altre 28 pietre d’inciampo, alcune delle quali sono state apposte all’ingresso di piazza delle Carceri. Il progetto fa parte della più ampia iniziativa ideata dall’artista berlinese Gunter Demnig e realizzata, a partire dal 1995, in diverse città europee. I luoghi scelti per la posa sono stati quelli in cui è avvenuto l’arresto dei deportati. Durante la cerimonia il sindaco Roberto Cenni ha scoperto, insieme ai parenti delle vittime, 5 “pietre d’inciampo” in memoria dei pratesi arrestati proprio in piazza delle Carceri il 7 marzo 1944 e deportati nel campo di concentramento di Mauthausen: Attilio Lombardi, Mario Fagotti, Porsenna Nannicini, Antonio Cecchi e Giuseppe Calamai. “Prato ha aderito volentieri a questo progetto – ha commentato il sindaco Cenni -, affinché rimanesse un segno tangibile di testimonianza di questa tragedia, per far sì che fatti del genere non accadano mai più. L’artista ha avuto una splendida idea per non perdere la memoria di quello che è successo”.
Presente alla celebrazione anche Giancarlo Biagini, presidente della sezione pratese dell’Associazione Nazionale Deportati: “Le pietre sono evidenti e ben visibili, affinché venga facile per chi passa soffermarsi a guardarle. I nomi che vi sono scritti trasmettono la commozione per le vite che hanno rappresentato, i luoghi e le date ricordano la storia, soprattutto alle generazioni future”. Con questa intento, tra il pubblico che ha assistito alla cerimonia, anche gli alunni di una classe IV della scuola primaria Fabio Filzi. Il progetto “Pietre d’inciampo” è realizzato in collaborazione con la Comunità ebraica di Firenze, l’Associazione per il gemellaggio Prato-Ebensee, l’Aned e il Museo della Deportazione e della Resistenza di Figline di Prato.

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