“Le mie dichiarazioni non si riferiscono all’attualità, ma ad un procedimento penale già definito dalla Procura di Firenze, che vede coimputati per traffico organizzato di rifiuti della lavorazione tessile, produttori pratesi e smaltitori ritenuti espressione del clan camorristico Iacomino – Birra di Ercolano”. Con queste precisazioni rilasciate al quotidiano Il Tirreno, da parte del procuratore nazionale antimafia Franco Roberti, si sgonfia immediatamente il caso dei presunti sversamenti di rifiuti tossici in città, così come avvenuto nella Terra dei fuochi. Tutto era nato dall’intervista rilasciata dal procuratore all’Associated Press (Leggi l’articolo) nella quale si sosteneva che a Prato “c’è una discarica con rifiuti pericolosi e nocivi”. Dichiarazioni che avevano allarmato subito tutte le istituzioni: dal sindaco Cenni, al presidente della Regione e con i parlamentari del Pd, Biffoni e Giacomelli che avevano subito chiesto un’informativa da parte del governo. Poi la precisazione che comunque non ha lasciato indifferente il deputato Biffoni che su Twitter ha scritto: “Ma se sei il procuratore nazionale antimafia prima di dire una cosa simile, riflettici. O sennò è bomba libera tutti per davvero”.