Marito e moglie condannati per favoreggiamento e sfruttamento della manodopera clandestina, sequestro di persona e lesioni colpose gravi. I due, entrambi cinesi titolari di una confezione, furono denunciati lo scorso anno da un loro operaio, vittima di un grave infortunio sul lavoro. L’operaio, dopo l’infortunio, fu abbandonato a se stesso dai datori di lavoro. I due hanno subito condanne superiori alle richieste fatte dal pm. L’uomo, il confezionista Jang Conglin, dovrà scontare due anni di reclusione (il pm aveva chiesto 1 anno e 7 mesi), la moglie Wang Jongxian è stata condannata ad un anno, rispetto alla richiesta di proscioglimento. Un terzo cinese, titolare formale della ditta di confezioni, è stato invece rinviato a giudizio. I condannati dovranno inoltre risarcire l’operaio con un indennizzo provvisorio di 15mila euro, oltre a dover sostenere le spese legali. Il Comune si era costituito parte civile nel processo, dopo che l’operaio si era rivolto proprio all’ufficio immigrazione per sollevare il caso. “La sentenza dimostra che il nostro è un paese civile – ha commentato l’assessore comunale all’immigrazione Giorgio Silli – l’operaio ha fatto bene a rivolgersi al Comune. E’ una sentenza epocale che segnerà l’inizio di un futuro migliore per la nostra città. Il nostro non è il paese dei balocchi, lo abbiamo dimostrato, lo stato c’è ed è forte”.