Il “caso Prato” e del distretto parallelo cinese saranno discussi a Bruxelles nella prossima riunione della Delegazione per le relazioni Europa-Repubblica popolare cinese, interna al Parlamento Europeo: il sindaco Roberto Cenni è stato invitato a partecipare alla riunione dell’organo insieme al presidente della Giunta Regionale Enrico Rossi e all’ambasciatore cinese dal presidente della Delegazione, l’europarlamentare Crescenzio Rivellini, giunto stamani in visita a Prato. A riceverlo c’erano il sindaco Cenni, il vicesindaco Goffredo Borchi, l’assessore alla Sicurezza Urbana Aldo Milone e l’assessore alle Politiche per l’Integrazione Giorgi Silli. Dopo aver incontrato il prefetto di Prato Maria Laura Simonetti e l’assessore regionale al Welfare Salvatore Allocca in Prefettura, Rivellini è giunto in Comune e ha poi voluto visitare il luogo della tragedia del 1° dicembre al Macrolotto, in cui sono morti 7 cinesi tra le fiamme della fabbrica dormitorio in cui lavoravano e vivevano: tra le problematiche principali affrontate dalla delegazione Europa-Cina vi è infatti l’inserimento legale della comunità e delle imprese cinesi nel tessuto produttivo nazionale per combattere la concorrenza sleale: «Prato è un caso emblematico delle gravi difficoltà di integrazione che un amministratore locale si trova ad affrontare senza risorse e poteri adeguati – ha detto Rivellini – Oggi nella qualità di presidente della delegazione interparlamentare UE/Cina e come promotore di una proposta di legge per l’istituzione di uno Statuto europeo dei lavoratori, che tra l’altro prevederà una regolamentazione comunitaria sulla sicurezza del lavoro, ho visitato al Macrolotto di Prato l’azienda-dormitorio teatro del tragico rogo delle scorse settimane. Sono stato accompagnato sul luogo del disastro dall’assessore Aldo Milone apprezzando la sua esperienza e determinazione. Nell’ambito della discussione della mia proposta di legge sullo Statuto europeo dei lavoratori, si è oggi deciso di organizzare a Bruxelles una riunione della delegazione che presiedo per affrontare le difficili tematiche delle tante aziende cinesi in Europa e in particolare in Italia che devono integrarsi per evitare disfunzioni come quella della città di Prato, dove migliaia di clandestini creano scompensi su una popolazione di meno di 200mila abitanti. L’invito è rivolto al governatore Rossi, al sindaco Cenni e all’ambasciatore cinese. Sarà quella l’occasione anche per capire come si può avere un sistema in cui un imprenditore italiano non può’ ritirare più di mille euro in contanti in banca e poi si stima che i cinesi abbiano “esportato” negli ultimi anni circa 5 miliardi di euro in Cina e come sia possibile che si stimi che dal 2007 al 2012 siano stati erogati oltre mille mutui a cinesi “nullatenenti”. In parole povere occorre arrivare ad avere integrazione e libera concorrenza con pari diritto per tutti, anche dei nostri connazionali che a quanto mi è dato sapere dopo la mia visita, sono oggi la vera “minoranza” discriminata».
Il sindaco Cenni ha infatti posto l’accento sulla necessità che l’Europa intervenga quanto prima e con provvedimenti immediati per permettere il rimpatrio dei clandestini cinesi e per correggere le asimmetrie doganali sui prodotti cinesi e sulla reale tracciabilità dei prodotti italiani: «L’Europa finora ha fatto ben poco per proteggere il settore manifatturiero – ha concluso Cenni – E’ necessario un intervento per ottenere finalmente una reale tracciabilità dei nostri prodotti di qualità e poi per equilibrare l’enorme sproporzione di dazi doganali sulla merce in entrata e in uscita dalla Cina».