Gli imprenditori artigiani vanno a scuola, ma stavolta in veste di docenti. L’insegnamento che possono dare ai giovani è quello del loro patrimonio di esperienza di vita e di lavoro ma anche tracciare loro un’indicazione verso un possibile futuro non solo nel campo professionale ma più in generale della loro vita.
Un progetto ambizioso quanto semplice nella sua struttura, “Educare all’imprenditorialità”, promosso in collaborazione tra Confartigianato Imprese Prato e Istituto Gramsci-Keynes, vede incontrarsi la necessità da parte della scuola di offrire agli studenti un quadro reale del mondo del lavoro e, da parte dell’associazione, di dare continuità a delle attività artigiane che non solo possono offrire uno sbocco professionale ma che rimangono capisaldi di valori reali e non dettati dalle sirene dei media.
Partito già venerdì scorso con la prima lezione, il progetto prevede 4 incontri in ognuna delle 5 classi coinvolte (4 quarte e una quinta degli indirizzi turistico e tecnologico) con imprenditori artigiani di vari settori che entreranno a diretto contatto coi ragazzi illustrando loro la loro esperienza che può rappresentare un possibile modello da imitare. A fine marzo poi un incontro conclusivo collettivo concluderà questa prima esperienza a livello sperimentale. Le lezioni relative al progetto vengono svolte nell’ambito del normale orario scolastico.
“Credo molto in questo progetto – dice il presidente di Confartigianato Imprese Prato, Andrea Belli – e se come credo questa fase sperimentale avrà successo, l’anno prossimo la vorremo implementare. Anche perché la tendenza a mettersi in proprio sono convinto aumenterà col tempo, anche al di là della crisi”.
“Per la nostra scuola – spiega la professoressa Maria Grazia Tempesti, preside del Gramsci-Keynes – è un’opportunità per offrire agli studenti l’occasione di confrontarsi direttamente con la realtà del mondo del lavoro entrando in contatto con le categorie economiche, arricchendo un percorso scolastico che rischia altrimenti di rimanere avulso dalla realtà”.
Uno dei maggiori problemi infatti è dato dallo scoramento e dalla demotivazione dei giovani davanti al quadro negativo che troppo spesso viene loro presentato.
“Venerdì scorso ho inaugurato il progetto con la prima lezione in una classe – dice Cristiano Reali, presidente del Gruppo Giovani Imprenditori di Confartigianato che collabora all’iniziativa – e ho avvertito quanto siano lontani i modelli di vita da quelli reali: alla domanda su cosa significa avere successo nella vita, vengono associati aspetti come fama, ricchezza e potere. Bisogna far capire loro che il mondo è cambiato e che la vita reale non è quella che vedono in tv. Oggi avere successo significa sviluppare le proprie capacità e mettersi in gioco per inseguire il proprio obiettivo, magari riuscendo così ad assicurarsi una vita dignitosa per sé e la propria famiglia. E per fare questo non si può rimanere attori passivi ma avere la forza e il coraggio di mettersi in gioco. Soprattutto questi valori vogliamo trasmettere a questi giovani, al di là di ciò che faranno nella loro vita”.