Lavorare la terra per riappropriarsi di sé e del significato profondo della propria esistenza. Succede grazie a un progetto realizzato dalla Fondazione Opera Santa Rita e dal Sert, il servizio dell’azienda Usl 4 di Prato dedicato al recupero delle persone affette da dipendenze di vario tipo, dall’alcol alle droghe, dal fumo al gioco d’azzardo. Protagonisti dell’iniziativa – che si è sviluppata nel periodo compreso tra giugno 2012 e ottobre 2013 e che è stata suddivisa in due momenti, “Casa Edy” e “Orto di Casa Edy” -, 21 soggetti tra i 26 e i 59 anni. Tutti uniti dalla necessità di ritrovare sé stessi, dopo un periodo di forte difficoltà personale e di buio interiore. “E’ stata un’esperienza senza dubbio molto positiva – ha commentato, questa mattina, durante la presentazione ufficiale dei risultati del progetto, il presidente della Fondazione Roberto Macrì – Quando ci è stato proposto di realizzare questa prova sperimentale abbiamo avuto anche un momento di riflessione, perché questo non è il terreno su cui di solito siamo abituati a muoverci. Ma devo dire che le attività sono andate benissimo, forse anche meglio di quanto ci aspettavamo”. I partecipanti hanno avuto la possibilità di cimentarsi in svariati lavori agricoli: dalla ripulitura dei campi, alla realizzazione di orti, dalla produzione di marmellate, alla raccolta delle olive. I prodotti ottenuti sono stati poi messi in vendita. “Tutto questo ha permesso loro di recuperare abilità sociali – ha spiegato Antonella Manfredi, direttore del Sert di Prato – che sentivano di avere perso”. La speranza, a questo punto, è che l’esperienza possa essere ripetuta, ancora grazie al contributo della Regione che ha sostenuto economicamente questa prima edizione del progetto. Proprio questa sera, per festeggiare la fine del percorso, ci sarà una cena presso il ristorante Opera 22, in via Pomeria, dove tutti gli operatori e i protagonisti del programma di recupero potranno salutarsi e vivere una serata in piacevole compagnia.
Giulia Ghizzani