La chiamano integrazione, ma forse sarebbe meglio definirla una operazione di marketing. Le Poste Italiane aprono a Prato la prima filiale monoetnica, che riserva cioè particolare attenzione alla comunità straniera più numerosa in città, quella – appunto – cinese. L’ufficio, che prima si trovava in via Filzi e adesso invece si sposta in via Borgioli, conta 6 sportelli e 14 impiegati, tre dei quali cinesi e gli altri comunque in grado di parlare la madrelingua; oltre a volantini, cartellonistica e video con scritte in doppia lingua, italiana e cinese. Le Poste Italiane stimano che siano circa 16mila gli utenti cinesi potenzialmente interessati sul territorio. L’apertura dell’ufficio monoetnico di Poste Italiane ha immancabilmente suscitato polemiche: il parlamentare pratese Riccardo Mazzoni ha presentato ieri una interrogazione ai ministeri dell’Economia e dell’Integrazione, chiedendo se non si tratti di una “improvvida iniziativa discriminatoria degli utenti italiani e di tutte le altre etnie presenti a Prato” e se l’apertura dello sportello “non vada nella direzione esattamente opposta a quella dell’auspicato percorso di integrazione della comunità”. Osservazioni che sono state riprese anche questa mattina in occasione dell’apertura dell’Ufficio.
Commenti