25 Novembre 2013

Violenza sulle donne, a Prato un caso al giorno. Ma le denunce sono soltanto 84


L’anno scorso 337 persone, quasi una al giorno, vittima di violenze in famiglia, hanno chiesto aiuto al codice rosa, il progetto che vede coinvolti medici della Asl, forze dell’Ordine, Procura, Centro Antiviolenza La Nara, polizia municipale, con l’obbiettivo di dare sostegno alle fasce deboli vittime del fenomeno: donne, disabili, anziani, omosessuali e immigrati. La maggior parte dei casi seguiti dal codice rosa riguarda violenze fisiche commesse sulle donne da parte del marito o del convivente. In 28 casi i maltrattamenti sono sfociati in una violenza sessuale. Le vittime che chiedono aiuto sono di tutte le età e gli stati sociali, per la maggior parte italiane; una su tre è straniera: 25 gli accessi al codice rosa da parte di donne cinesi, altrettanti da parte di cittadine nigeriane, le nazionalità più presenti.

In molti casi il primo approccio è quello con il pronto soccorso: le donne si presentano con tumefazioni e lividi, ma spesso li motivano con cadute o incidenti domestici per coprire i loro aguzzini. Il Codice rosa offre la possibilità di avere un supporto medico e psicologico 24 ore su 24 e il sostegno da parte di assistenti sociali e nei casi più gravi l’accesso a strutture protette, grazie al centro Anti violenza La Nara. La Procura e le forze dell’ordine raccolgono le segnalazioni, tramite ufficiali appositamente formati, che assicurano la presa in carico della vittima. La maggior parte delle donne, per paura di ritorsioni, per timore di rimanere sole o per tentare di recuperare il rapporto, non denuncia il proprio carnefice: 84 le denunce presentate, tre quelle ritirate, mentre 258 non se la sono sentita di procedere con la querela. Nel 2013 il trend è confermato e gli accessi al codice rosa, fino a settembre scorso, sono stati 227, con 21 casi di maltrattamento su minori (di cui un caso di abuso).

Prato è la provincia toscana dove maggiori sono gli accessi al “codice rosa”. Un segnale preoccupante, che tuttavia può essere letto con la maggiore propensione a chiedere aiuto, grazie ad una rete di supporto nata nel 2012, prima che altrove, e che in due anni ha visto la partecipazione di 350 operatori coinvolti in attività di formazione.