12 Novembre 2013

Aziende edili dimezzate in 6 anni. Ance applaude la tracciabilità degli appalti della Provincia: “Basta con le gare al massimo ribasso”


Gli imprenditori edili chiedono agli enti pubblici di adottare la tracciabilità negli appalti e di prestare attenzione alle aziende del territorio, che negli ultimi sei anni sono in pratica dimezzate con la perdita di circa 1500 posti di lavoro. In una nota, il presidente di Ance Moreno Paolo Torri guarda con favore l’approvazione della mozione provinciale che introduce la pubblicazione sul sito della Provincia di tutte le informazioni relative agli appalti. Ance chiede che il provvedimento si estenda a tutte le amministrazioni pubbliche e che gli appalti non avvengano con il meccanismo del massimo ribasso, ma introducendolo anche criteri che rispettino la qualità, la legalità e il rispetto dei capitolati. Di seguito l’intervento integrale di Moreno Paolo Torri:

“Qualcosa si sta muovendo sul terreno sensibile ed importante della trasparenza nei lavori pubblici. E’ notizia di qualche giorno fa l’accoglimento da parte del Consiglio provinciale della mozione presentata dai consiglieri Mugnaioni, Tognocchi e Bini circa l’introduzione nel sito dell’ente di informazioni costanti su ciascun appalto: dal bando, quindi, fino alla consegna dell’opera, inclusi i dati su ditte subappaltatrici, varianti e relativi cambiamenti sui costi, rispetto o meno delle tempistiche previste. Un’autentica rivoluzione, che come Ance Prato avevamo per primi richiesto e che salutiamo con l’auspicio che si estenda anche a tutte le amministrazioni pubbliche. Il giorno in cui tutto ciò diventerà operativo, ne vedremo delle belle.

Basterà questo a dare un po’ di sollievo all’edilizia pratese? Naturalmente no, occorre ben altro. La trasparenza è una misura di civiltà, ma ciò di cui abbiamo bisogno è un’assunzione di responsabilità morale e politica (nel senso più alto del termine) nei confronti di imprese e di lavoratori di un settore in fortissima difficoltà. All’inizio del 2008 a Prato c’erano 700 imprese edili e 2.700 lavoratori, oggi siamo a meno di 400 imprese ed a 1.250 lavoratori: veleggiamo insomma, nell’arco di 6 anni, verso il dimezzamento.

Noi imprese di Ance Prato non chiediamo corsie preferenziali: chiediamo però che le gare vengano concepite in termini tali da non tagliarci fuori (di fatto anche se non nelle intenzioni) a priori. Rischiamo di rimanere tagliati fuori quando le gare applicano sistematicamente il criterio nel massimo ribasso, introducendolo anche quando l’entità e la natura dei lavori consentirebbero modalità diverse, più attente alla qualità, alla legalità, al rispetto dei capitolati: in una parola all’affidabilità. Se si seguissero di più questi criteri avremmo aziende meno in crisi e lavori fatti prima, meglio e, tenuto conto del ricorso frequente alle varianti, magari anche a minor costo.
Invece la tendenza è alla gara con valore economico importante e tale da imporre il meccanismo del massimo ribasso: questa è la prassi più comune, anche quando i lavori sarebbero facilmente frazionabili e gestibili con modalità più attente a efficienza e qualità. E poco importa se gara grande significa spesso anche grande pasticcio, grande ritardo e grande spesa. Da parte di alcuni comuni dell’area c’è qualche apertura che va nel senso che auspichiamo: se ne attende la concretizzazione.
La trasparenza contribuirà a spingere verso una maggiore saggezza? Noi lo speriamo. In ballo c’è la sopravvivenza di un settore che costituisce un volano essenziale dell’economia locale.”
Moreno Paolo Torri, presidente Ance Prato