6 Novembre 2013

Costringevano operai in difficoltà economiche a diventare prestanome per nuove aziende: in manette tre imprenditori pratesi


Tre imprenditori di Prato sono finiti in manette perchè ritenuti responsabili in concorso di due estorsioni consumate e una tentata. I tre creavano aziende a ripetizione, obbligando operai in gravi condizioni economiche ad intestarsi la ditta come prestanome. Un sistema ben oliato che gli consentiva di gestire le proprie aziende senza dover pagare le sanzioni per una serie di irregolarita’, dall’illecito smaltimento di rifiuti speciali alla mancata assunzione di lavoratori che operavano in nero, in quanto le multe ricadevano sui titolari fittizi. In seguito ad ogni controllo dei carabinieri infatti i tre istituivano una nuova societa’ spostando gli stessi operai da un’azienda all’altra. I carabinieri di Camugnano, sull’Appennino bolognese, con la collaborazione dei colleghi di Bologna, Roma, Prato, Firenze e Foggia, hanno arrestato, con provvedimento del gip Bruno Perla, i tre uomini, ideatori e gestori del sistema. Si tratta di un 69enne ex direttore di banca, un uomo di 57 anni e un altro di 55 anni. Quest’ultimo, che contrariamente agli altri due non figura in alcuna societa’, era finito implicato a meta’ degli anni ’80, poi assolto, in un’inchiesta fiorentina per associazione a delinquere di stampo mafioso dell’allora sostituto procuratore Pier Luigi Vigna. L’accusa contestata dal pm della procura di Bologna Massimiliano Rossi, e’ estorsione. L’indagine, partita nel settembre 2012, e’ nata dalla denuncia ai carabinieri di Vergato di un operaio, un fiorentino di 71 anni, che aveva deciso di ribellarsi alle minacce di licenziamento fatte dagli uomini nel caso in cui non avesse adempiuto alle loro richieste: essere cioe’ usato come ‘testa di legno’, senza avere alcun potere gestionale nella societa’ che operava a Camugnano nella ristrutturazione di un hotel, il cui cantiere e’ stato poi sequestrato per ulteriori accertamenti in merito a presunti reati ambientali. I tre sono stati denunciati, inoltre, per lo smaltimento non autorizzato di rifiuti pericolosi (alcuni sotterrati, altri gettati nei bidoni della spazzatura) e per falso, in quanto negli atti depositati al Comune si attribuivano qualifiche inesistenti, ad esempio Curci sosteneva di essere un geometra, quando invece era stato radiato dall’albo. Oltre ai tre arrestati ci sono anche due denunciati per i medesimi reati: un architetto che redigeva la documentazione per le societa’ fittizie e una donna che si occupava della documentazione per l’intestazione delle societa’.