19 Novembre 2013

Allarme sicurezza a Prato Nord. Mancano i controlli: ecco le zone più a rischio


D’accordo i blitz nei capannoni, ma si facciano più controlli sul territorio, per la tranquillità quotidiana dei cittadini. E si investa nella prevenzione, che vuol dire anche più illuminazione e più videosorveglianza. Nella seduta del consiglio ieri sera alla Circoscrizione Nord ha tenuto banco il tema sicurezza e la vigilanza urbana, alla presenza del Questore Filippo Cerulo e dell’assessore alla Sicurezza Aldo Milone. Figline, Galcetello Coiano Santa Lucia e Chiesanuova – la zona di via Baracca fino al confine con via del Campaccio: le zone critiche le ha elencate il presidente Alberto Manzan, riferendosi a quelle che già un anno e mezzo fa la sua maggioranza aveva evidenziato come le più problematiche in una lettera indirizzata al sindaco Cenni e all’assessore Milone. Anche la Nord, dunque, non è zona esente da episodi di criminalità più o meno marcata come ne accadono in tutte le altre zone della città: il tema del consiglio è stato richiesto da PDL e Lega. “Chi deve intervenire?”, chiede Manzan. “Il cittadino non vede nessun vigile per strada”.
Cerulo elenca elenca alcuni numeri: “Su 70 esposti in tutta la città nel 2013, solo 6 provengono dalla circoscrizione Nord; e la metà sono relativi a problematiche di condominio con stranieri. A nostro giudizio le zone più critiche sono i giardini pubblici di Santa Lucia per spaccio e consumo di droga, il sottopasso di Chiesanuova per scippi e rapine, la prostituzione su strada sulla tangenziale Nord; oltre al taccheggio di vini pregiati all’Esselunga. La zona Nord – chiosa comunque Cerulo – è una delle zone dove i reati sono meno incisivi”. E comunque, che fare? “Noi abbiamo puntato su vigilanza e sicurezza, abbiamo aumentato le volanti in strada, che come è risaputo distolgono dai crimini; abbiamo incrementato l’attività investigativa. Tre volte alla settimana il nucleo anticrimine di Firenze opera su Prato. Ma spetta alle istituzioni intervenire, puntando sulla prevenzione”.
Se infatti, come ricordano Milone e il comandante dei Vigili Urbani Pasquinelli, “gli organici sono insufficienti e una città come Brescia, che ha in nostri abitanti e non certo le nostre criticità, ha trecento vigili a fronte dei nostri 200”, la “prevenzione” sembra essere l’unica via d’uscita. “Dobbiamo puntare su prevenzione e integrazione”, insiste infatti Cerulo. “Solo il rispetto delle regole fa ottenere risultati positivi. La città di Prato – ha aggiunto – è pilota con quello che le altre città italiane saranno fra tre anni: i 36mila stranirei regolarizzati dall’Ufficio Stranieri sono un ottimo risultato”.

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