Ennesimo scossone all’interno di quello che ormai rimane del Pdl in Toscana. Alberto Magnolfi, uno dei quattro pratesi accreditati al congresso assieme a Mazzoni, Amerini e Toccafondi, ha deciso di disertare l’appuntamento romano, sancendo di fatto il proprio distacco dal percorso partitico al fianco di Silvio Berlusconi. “Di fronte al precipitare dei fatti ognuno ha dovuto fare la sua scelta: ho deciso di non partecipare al Consiglio Nazionale, al quale ormai restava solo il compito di ratificare un documento che fin dall’inizio non avevo condiviso su punti essenziali”. Magnolfi sceglie quindi di non aderire a Forza Italia e annuncia, fin da stasera, di considerarsi “gia’ dimissionario dal ruolo sin qui ricoperto di capogruppo in consiglio regionale”. Magnolfi riconosce a Silvio Berlusconi l’intuizione del ”governo delle larghe intese”, come ”un servizio al Paese”, e che il Cavaliere ”resta un riferimento indiscutibile per tutti i moderati italiani”. ”Le divergenze di opinione che si sono manifestate sarebbero perfettamente compatibili con l’unita’ del partito – dice – se questo avesse meccanismi di garanzia per legittimare pienamente il pluralismo di opinioni al proprio interno. Purtroppo gli sforzi fatti in quella direzione – continua – si sono scontrati contro resistenze insuperabili”. L’ormai ex capogruppo all’Assemblea Toscana, nella nota ringrazia Denis Verdini e il coordinatore Toscano Massimo Parisi ”per la stima e l’amicizia”, ma a proposito delle ultime vicende ricorda come il Pdl, andando al governo con il Pd conosceva ”l’accanimento antiberlusconiano e giustizialista di cui sono campioni. Solo tenendo distinti questi campi potevamo (e possiamo) dare qualche risposta concreta al Paese” conclude Magnolfi, se la maggioranza del partito non avesse ”smarrito la lucidità e la linearità di quell’approccio”, dando ”libero sfogo a posizioni sempre più liquidatorie, con toni talora imbarazzanti per il loro estremismo”.