Adriana Asti al Met di Prato con due pièce di Jean Cocteau: da stasera, giovedì 28 novembre, a domenica primo dicembre (feriali ore 21, festivo ore 16) presso lo Stabile della Toscana di via Cairoli, l’attrice italiana, reduce dal successo al Festival di Spoleto, torna in mezzo al pubblico con la messinscena di “La voce umana” e “Il bell’indifferente”.
La prima trama presenta una donna al telefono, nella sua camera da letto, occupata a stringere a sé la flebile voce dell’uomo che l’ha lasciata per un’altra. Un atto unico che precede il secondo monologo, “Il bell’indifferente” appunto, anch’esso sulla fine di un amore. La Asti si misura con l’intensità di queste due partiture, facendo esplodere la potenza, consistente ma impotente, di una donna che lotta per un amore finito. “Le due pièce – spiega il regista, Benoit Jacquot – si susseguono. Nessun intervallo, appena il tempo di modificare a vista la scena. L’attrice scenderà dal palcoscenico, assisterà al cambio degli arredi da una poltrona della prima fila, risalirà non appena pronta la scena. Ne La voce umana un pavimento inclinato mostra l’angolo di una camera. I muri del teatro con le loro porte, scale, estintori restano visibili nell’oscurità. L’attrice, a piedi nudi, non potrà che salire o scendere sulla pendenza del pavimento. Un letto, una lampada con abat-jour, una poltroncina, un altro lume con abat-jour, un telefono a filo. Ne Il bell’indifferente si dispongono in altro modo gli stessi arredi, sullo stesso pavimento inclinato, collocando alcuni elementi di scena, porte, finestre e mantenendo visibili i muri del teatro. Si passa da un giorno che finisce a una notte rischiarata dai neon dell’esterno urbano. Le due pièce compongono la prova di una sola attrice ed esprimono la stessa denuncia di una donna sola”.