12 Gennaio 2013

Addio a Mariangela Melato. Il ricordo di Massimo Luconi: “Una diva che non si comportava da diva”


Anche la città di Prato nel cuore di Mariangela Melato, l’indimenticabile e indimenticata attrice milanese che si è spenta all’alba di ieri, a 71 anni, a causa di una lunga malattia e di cui si sono celebrati i funerali questo pomeriggio nella chiesa degli artisti di Roma.
Un talento, prestato ai più grandi palcoscenici e ai più capaci registi, che ha imparato da Giorgio Strehler e dal Piccolo della sua Milano a piangere sul palco e ha lavorato con artisti del calibro di Dario Fo, Pupi Avati, Garinei e Giovannini e molti altri, confermando la sua capacità poliedrica misurandosi con i testi più vari, dalle tragedie greche alle commedie musicali.
C’è stata tanta Prato nella sua carriera, a partire dall’Orlando Furioso di Luca Ronconi, andato in scena nel 1973 in piazza delle Carceri, per passare, l’anno successivo, all’ “Orestea”, in scena al Fabbricone. Tra i professionisti della nostra città con cui ha lavorato c’è stato anche Massimo Luconi, direttore organizzativo del Metastasio, che oggi pomeriggio ha partecipato ai suoi funerali. “Ho conosciuto Mariangela proprio a Prato per l’Orestea – ha detto Luconi all’uscita della chiesa, dopo la celebrazione – mi sono sempre tenuto in contatto con lei, con affetto e stima. Abbiamo coprodotto con lo Stabile la Centaura, nel 2005”. Dopo altre numerose apparizioni tra Metastasio e Fabbricone, la Melato sarebbe dovuta andare in scena nel cartellone del Met di quest’anno con “Il dolore” di Marguerite Duras, proprio per la regia di Luconi. “Purtroppo però poco prima dell’inizio delle prove è tornata in cura perché non stava bene e quindi abbiamo annullato questo percorso”.
“Non ha mai vissuto la sua malattia da malata – ricorda ancora Luconi, molto commosso – ma sempre con grande serenità, grazia e forza. Era una grande diva che non si comportava da diva, molto simpatica e affettuosa. Ci mancherà moltissimo”.

Elia Frosini